Virginia Reggi cede a metà sulle richieste del direttorio dopo la deflagrazione del caso Muraro. Via Raffaele Marra, che da vice Capo di Gabinetto verrà “ricollocato in altra posizione”, decurtazione dello stipendio invece per il capo segreteria Salvatore Romeo. Resta al suo posto, invece, l’assessora all’Ambiente, almeno sino a quando la sindaca non avrà preso visione delle carte dei giudici.
Dopo una giornata tesissima chiusa nel bunker del Campidoglio, circondata da un muro di impenetrabile silenzio, la sindaca di Roma Virginia Raggi deve sacrificare su richiesta del Movimento nazionale parte del suo cosiddetto “raggio magico” (annunciando dal blog di Grillo di voler “prendere provvedimenti per la riorganizzazione della macchina amministrativa”) ma riesce a prendere tempo sull’assessore all’Ambiente, coinvolta in una inchiesta giudiziaria, in attesa “di leggere il fascicolo”. Se sarà il caso, fa sapere, agirà con la massima severità.
Intanto, nessuno ha rassegnato le dimissioni. Raggi è arrivata in Campidoglio dopo le 10 di questa mattina. Beppe Grillo la chiama nel pomeriggio, dopo aver fatto saltare il faccia a faccia previsto in un primo momento. Una telefonata che arriva dopo ore di messaggi, riunioni segrete, fitte mediazioni. Ci penseranno per tutta la giornata gli sherpa della sindaca a mantenere i contatti con i leader nazionali e a creare le condizioni per questa, almeno momentanea, exit strategy dalla crisi più dura.