Vendevano droga su ordinazione, effettuando vere e proprie consegne a domicilio ai propri clienti: cinque spacciatori di nazionalità albanese, fra i 22 e i 50 anni, sono stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Bracciano, nell’ambito di un’operazione di smantellamento di un redditizio traffico di stupefacenti in una vasta aerea della parte settentrionale della Capitale. L’attività di smercio era gestita come una vera e propria azienda, con tanto di call center operativo e fattorini, i quali consegnavano la merce utilizzando automezzi forniti di doppifondi e vani segreti nei quali nasconderla. Ognuno dei pusher svolgeva una precisa mansione all’interno dell’organizzazione, dal reperimento della droga alla coordinazione dei rifornimenti nei quartieri.
“Fattorini” di droga
In una zona piuttosto ampia, compresa tra Bracciano e la via Cassia (in direzione Gra), gli spacciatori potevano contare su un’altrettanto vasta gamma di clienti, i quali effettuavano le proprie ordinazioni telefonando a un numero riconducibile a un appartamento di Riano. Tramite lo stesso recapito, i coordinatori fornivano le indicazioni ai “cavalli” impiegati per la consegna, che avveniva con lo stesso sistema di una pizza a domicilio. Secondo quanto emerso dall’indagine, qualora uno dei “fattorini” fosse stato intercettato, sarebbe stato immediatamente rimandato in Albania e sostituito da un “collega” proveniente dallo stesso Paese balcanico.
Donne contabili
Gli arresti sono stati eseguiti alle prime luci del 5 aprile: secondo quanto riferito, anche una ragazza di 25 anni sarebbe stata fermata dalle Forze dell’ordine, poiché trovata in possesso di circa 900 grammi di cocaina, conservata in un battiscopa all’interno del suo appartamento. A quanto sembra, il ruolo giocato dalle donne nel contesto dell’organizzazione era piuttosto importante: erano loro, infatti, a gestire le cifre investite e i proventi, in una sorta di ufficio contabilità. Secondo quanto riportato, inoltre, come nel caso della 25enne fermata, conservavano piccole quantità di droga pronte per essere rivendute. Dalle perquisizioni dei vari locali utilizzati dagli spacciatori, infine, è scaturito il sequestro complessivo di 24 mila euro in contanti, ritenuti dagli inquirenti come parte dei proventi dell’attività criminosa della banda albanese.