Da qualche giorno alcuni autobus dell'Atac fanno somigliare Roma a una capitale dell'Europa del Nord. E' partita infatti la sperimentazione, sulla linea circolare 669 la scorsa settimana e sulla 51 oggi, dei tornelli all'ingresso dei bus. Si tratta di uno strumento tecnologico di lotta all'evasione, piaga quest'ultima che sui mezzi pubblici romani è molto diffusa. L'Atac aveva annunciato l'inizio della sperimentazione con una nota datata 8 giugno.
In Terris ha potuto verificare il funzionamento dell'innovazione e raccogliere le sensazioni dei passeggeri a bordo del mezzo 51, che collega il quartiere di San Giovanni al centro storico. La prima novità riguarda anzitutto l'ingresso sul mezzo. Con l'avvento dei tornelli, è tassativo dover accedere soltanto dalla porta anteriore, quella vicina all'autista. Il controllore dell'Atac è uno, posizionato all'ingresso, a sorvegliare che l'afflusso proceda senza intoppi. Davanti alla porta centrale dell'autobus, che è quella da cui si può uscire, c'è invece un vigilante. Il controllore è anche addetto alle vendite di biglietti: chi è sprovvisto, può acquistarlo all'ingresso. Previsto anche “un sistema anti-portoghesi”. Come riportava nei giorni scorsi il comunicato di Atac, “in caso di forzatura (dei tornelli, ndr), si attiva un avviso acustico per alcuni secondi e i led lateral lampeggianti”. Solo in “casi eccezionali di elevato sovraffollamento” e “previa autorizzazione della Centrale Operativa” è possibile disattivarlo.
Gli umori sull'autobus sembrano positivi. La gente è soddisfatta dell'innovazione (si tratta, verosimilmente, di persone che hanno l'abitudine di acquistare il titolo di viaggio e di timbrarlo), ma non mancano le diffidenze. Da settembre, se la sperimentazione proseguirà bene, i tornelli dovrebbero gradualmente essere installati su tutti gli autobus Atac. O meglio, ancora è poco chiaro se esclusivamente sugli autobus che viaggiano al centro di Roma o anche quelli delle periferie. “Speriamo che non succeda come al solito, che si pensa solo al centro e i cittadini delle periferie vengono lasciati ai margini…” è l'opinione diffusa sul mezzo. Non manca l'ironia tipicamente romana. “Ahò, 'sti tornelli me parono du' sigarette coi colori invertiti”, commenta un signore che suscita il sorriso unanime degli altri passeggeri. In effetti la somiglianza è lampante. Intanto l'autobus termina il suo giro tornando su Via La Spezia, da dove era partito, senza che la novità abbia creato complicazioni e resse, nemmeno alle fermate maggiormente affollate. Certo, manca ancora un banco di prova adeguato, ossia una linea più frequentata oppure una in estrema periferia e magari nelle ore serali, quando la casistica registra che gli avventori dei bus romani creano maggiori grattacapi agli autisti.