Non è stata decisamente una giornata facile per il trasporto pubblico romano, alle prese con l’interruzione della parte centrale della tratta metro A Anagnina-Battistini, compresa fra le fermate di Arco di Travertino e Termini. Non è bastata, a quanto pare, la predisposizione di bus sostitutivi di superficie da parte di Atac per ovviare al disagio, dovuto ai lavori all’interscambio di San Giovanni della linea C della metropolitana: percorrenze rallentate, traffico aumentato e attese infinite sulle affollatissime banchine della Stazione centrale hanno contribuito a rendere infernale la prima mattinata di stop parziale ai treni. Inevitabile la rabbia degli utenti, costretti ad ammassarsi sulle 60 navette MA4 (strapiene) e a cercare di salire sui convogli, attesi anche diversi minuti, alla fermata di Termini, colma in ogni pertugio disponibile.
Ira degli utenti
La principale valvola di sfogo dei cittadini, che in molti casi hanno fatto i conti con tempi di percorrenza di 30 minuti per coprire la tratta da Arco di Travertino a Termini, sono stati i social network, dove sono state postate foto emblematiche sull’assembramento riscontrato sulle banchine e delle code incontrate dagli autobus sostitutivi su strada, con ovvi ritardi per i lavoratori chiamati a raggiungere le zone più lontane della città. In molte stazioni, non erano più visibili nemmeno i cartelli affissi per indicare il luogo dove prendere le navette (caduti), circostanza che ha provocato l’ira dei cittadini, furiosi per i ritardi e per la situazione disagevole riscontrata. A creare ulteriore problemi, il tempo richiesto dai bus per la partenza dalle stazioni metro: in alcuni casi fra i 5 e gli 8 minuti.
#metroA la situazione a Termini e questa. Senza un brandello di vergogna #atac questa città voi volete affossarla definitivamente pic.twitter.com/AXG67FLQCQ
— Nicola Nocella (@Belushivive) 31 luglio 2017
Atac, ecco Simioni
Insomma, una mattinata di passione che ha costretto buona parte dei cittadini romani a corposi ritardi sul luogo di lavoro e palesato un’organizzazione non proprio impeccabile in merito a una situazione di emergenza da tempo prevista. Un ulteriore segno delle difficoltà incontrate in questo periodo dalla municipalizzata dei trasporti, alle prese con un forzato avvicendamento ai vertici e con un parco mezzi mai così in crisi. Dopo il caos provocato dalle dimissioni (e dalle dichiarazioni) dell’ex dg Rota, a esprimersi è stato stavolta l’amministratore unico di Atac, Manuel Fantasia che, in merito a quanto detto dal dirigente prima e dall’assessore al Bilancio Mazzillo poi, ha tenuto a precisare, in entrata al Campidoglio, che l’azienda “non rischia il fallimento”, mancando di rispondere però sulla questione relativa al concordato preventivo. In attesa che si faccia luce sul futuro della municipalizzata, dunque, il presente dice che, fino al prossimo 3 settembre (quando sarà riattivata la tratta della metro interrotta), la situazione vissuta oggi corre il serio rischio di potersi ripresentarsi ancora. Nel frattempo, però, il veneto Paolo Simioni è stato scelto come nuovo presidente e ad di Atac: il trevigiano, scelto da Colomban per coordinare il suo gruppo di lavoro, assume di fatto le deleghe finora gestite dallo stesso Fantasia in quanto, con la nomina di un presidente, non è più necessaria la figura di un amministratore unico.