La delibera c’è, ma sarà modificata. L’interesse resta ma con nuove regole, da seguire e rispettare in toto. In sostanza, lo stadio della Roma si vuole fare ma solo a determinate condizioni, seguendo linee guida preimpostate e assolutamente inappuntabili. La giunta capitolina la delibera l’ha approvata, con tanto di mandato al Dipartimento Urbanistica a procedere con la revisione di quella posta da Marino sul progetto in quello che, ormai, sembra essere un lontanissimo 2014. In fondo, le regole sono sempre quelle, determinate dall’Assemblea capitolina in data 23 marzo. Il pubblico interesse non potrà prescindere dalla riduzione delle cubature di cemento del Businness park di almeno il 50% (togliendo quindi le torri); dall’accessibilità, garantita attraverso il potenziamento della linea di trasporto pubblico su ferro, in particolare della ferrovia Roma-Lido (con servizio minimo di 20 mila passeggeri l’ora e altri 7500 sulla FL1 durante gli eventi); e, ovviamente, dal superamento del rischio idrogeologico attraverso l’uso di tecnologie all’avanguardia.
Frongia: “Procediamo secondo i tempi”
“Abbiamo rispettato i tempi, la Giunta oggi ha approvato la delibera per le nuove linee guida per la revisione della delibera originaria. Come avevamo detto, sia assessori che consiglieri procedono secondo i tempi previsti. Questo e’ un documento che presenteremo anche il 5 aprile alla riunione della conferenza dei servizi”. Questo è quanto dichiarato dall’assessore allo Sport del Campidoglio, Daniele Frongia. Il quadro degli obiettivi da raggiungere è quindi mutato, la delibera di età mariniana è ormai alle spalle e, magari, potrebbe rendersi necessaria una nuova conferenza. Ma su questo Frongia non si sbilancia: “A breve l’assessore all’urbanistica Luca Montuori darà maggiori informazioni sull’iter che seguirà”, ha commentato.
Niente ponti né stazione
Qualche modifica è prevista anche per i ponti: nella nuova delibera, sempre in nome della ripianificazione dell’intera opera Stadio (e del “no” all’ecomostro), la conferma arriva esclusivamente per quello destinato ai ciclisti e ai pedoni, mentre il “previsto ponte dei Congressi è già stato finanziato dallo Stato”. Non verrà dunque allargata la stazione di Tor di Valle, né vedrà luce il ponte carrabile. E, allo stesso modo, non ci saranno i pontili (4 in tutto) che avrebbero dovuto attraversare il Tevere, per una spesa complessiva di 10 milioni di euro.