Roma è una città complicata da governare, è immensa. Ha bisogno di un'attenzione quotidiana. Quando ho due minuti preferisco comunque fare due passi per la città, tra la vita reale e i romani che mi dicono 'Daje Mattè!'“. Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini al quale, intervistato a Rtl 102.5, al quale è stata riproposta la domanda se Roma avrà mai un sindaco leghista che ieri alcuni cittadini gli avevano rivolto, mentre si spostava per la città.
I nomi
La possibilità che in futuro il sindaco della Città eterna esibisca la spilletta di Alberto da Giussano sul petto si ripropone ormai da mesi. Almeno da quando, l'estate scorsa, due storici esponenti della destra romana sono passati da Fratelli d'Italia alla Lega. Si tratta di Fabrizio Santori e di Federico Iadicicco. Reduci entrambi da delusioni alle elezioni del 4 marzo 2018: Santori pur incassando un numero significativo di preferenze (8266), non è riuscito ad entrare in Consiglio regionale; Iadicicco è stato invece sconfitto di misura da Emma Bonino, leader di +Europa, nel collegio uninominale Roma 1 per un seggio al Senato. Santori e Iadicicco sono approdati tra le fila del Carroccio insieme a un nugolo di militanti, consiglieri municipali e il 34enne consigliere dell'Assemblea capitolina Maurizio Politi, attualmente unico esponente e capogruppo leghista in Campidoglio. Ad ottobre, pochi giorni prima della sentenza di assoluzione di Virginia Raggi nell'ambito del processo per la nomina Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo di Roma Capitale, Politi si era espresso così sulla possibilità che un sindaco leghista possa governare la capitale: “Troveremo un nostro candidato. Saltamartini? Potrebbe essere, ma ad oggi non c'è nessun nome. E' una questione che si vedrà quando sarà il momento. La Lega è una realtà vera su Roma”.