La Capitale e il Lazio sono nella morsa del caldo. Tante le sterpaglie che hanno preso fuoco in questi giorni, rendendo necessari oltre 250 interventi dei pompieri. A rischio anche l’agricoltura, dove è emergenza acqua. E tal proposito, il Ministro Galletti ipotizza la chiusura dei “nasoni”, le storiche fontanelle di Roma. Stando alle previsioni meteo, il caldo durerà ancora una settimana. Le temperature sono sopra la media stagionale, giugno 2017 è tra più roventi degli ultimi anni.
Chiudere i nasoni, è polemica
“Penso anche ai 2500 nasoni di Roma, sarebbe un bel segnale interromperli per qualche giorno”. E’ quanto afferma il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, al termine della riunione straordinaria dell’Osservatorio permanente del Distretto Padano, nel fare il punto della situazione sul problema siccità in Italia e sulle relative iniziative in campo sul fronte dell’emergenza e della programmazione. E così l’Acea sta valutando la possibilità di chiudere le fontanelle dell’Urbe per arginare la crisi idrica. I tecnici daranno una risposta al Campidoglio entro la prossima settimana. Verrà indicato quante saranno, eventualmente, i nasoni interessati dallo stop che potrebbe durare per tutta l’estate. L’ipotesi, ad oggi, è una chiusura parziale. Nei progetti c’è anche il passaggio dal flusso continuo a quello regolato, ma per ora è solo un’ulteriore ipotesi. L’interruzione dell’acqua dalle fontanelle riguarderebbe solo una parte della città, ad esempio nelle zone a maggiore densità di fontanelle, preservandone la loro funzione. “Non sarebbe per niente una buona idea” ribatte la consigliera comunale del M5S Annalisa Bernabei. “E per più di un motivo – scrive su Twitter – i nostri 2500 nasoni erogano solo l’1% dell’acqua immessa nella rete; i nasoni hanno una funzione fondamentale: lo scorrimento dell’acqua nelle tubazioni permette di mantenere in pressione la rete ammalorata. Venendo meno la pressione, avremmo problemi di stabilità dell’infrastruttura; i nasoni garantiscono la distribuzione di acqua potabile in tutta la città e, in molti casi, sono l’unica fonte di acqua per i mercati rionali”.
Ministro @glgalletti chiudere i nasoni di #Roma non è per niente una buona idea. Bisogna investire sulle reti: https://t.co/9j2a3SUrCN pic.twitter.com/Tqnas0rzGj
— Annalisa Bernabei (@bernabeim5s) 25 giugno 2017
L’ordinanza della Raggi
Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha emanato nei giorni scorsi un’ordinanza anti-spreco dell’acqua. Da settimane il territorio romano è suddiviso in zone rosse e gialle, con interruzioni e razionamenti programmati. Colpa delle scarse piogge certamente, ma anche della dispersione idrica. Unica riserva intatta, trasformata in vero e proprio pozzo, è il Lago di Bracciano. Tuttavia, il bacino è ogni giorno più basso e in queste ore di caldo perde un centimetro al giorno. Si calcola che l’abbassamento, dall’inizio del 2017, è di un metro e 40 centimetri.
Il lago di Bracciano si è abbassato di oltre un metro negli ultimi anni. Per questo oggi ho firmato un’ordinanza: https://t.co/RpTD9x7kLf pic.twitter.com/0Snea4N12H
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 22 giugno 2017
A rischio i raccolti
I rischi più grandi sono per l’agricoltura, e sono proprio i contadini a lanciare l’allarme: “Ancora pochi giorni e, se non pioverà, migliaia di aziende agricole di tutta la regione perderanno i raccolti. Il sistema agricolo regionale rischia il tracollo“. David Granieri, presidente della Coldiretti del Lazio, si fa interprete dei timori degli imprenditori agricoli rischiano di perdere i raccolti per la progressiva diminuzione delle risorse idriche e per effetto delle temperature di gran lunga superiori alle medie stagionali. “Nella nostra regione – aggiunge Aldo Mattia, direttore di Coldiretti del Lazio – l’emergenza si articola su più livelli, presentando criticità tra di loro diverse. Le falde risultano in costante abbassamento nell’agro romano e nel comprensorio dei Castelli”. Poi aggiunge: “Tra pochi giorni, se non addirittura ore, migliaia di aziende saranno costrette, nella più assoluta impotenza, a veder bruciati dalla siccità ettari di campagne coltivati ad angurie, carote, meloni, melanzane, pomodori senza poter fare alcun tentativo per salvare almeno in parte il reddito programmato e con la perdita degli investimenti sostenuti per le semine”.
A luglio l’arrivo di Circe
Il caldo e l’afa continueranno a non darci tregua ancora per giorni. Sole e alte temperature, oltre i 30 gradi, sono previste sul Centro Italia per tutta la settimana. Ma già verso il 29 giugno, il ciclone Circe fa il suo ingresso sull’Italia. Secondo le previsioni meteo, sono in arrivo temporali molto forti su tutto il Nord, la Toscana settentrionale e la Liguria centro-orientale, con locali grandinate e trombe d’aria. Resterà il sole al Sud e nel resto del Centro. Ma da venerdì 30 giugno e sabato 1 luglio i temporali raggiungono anche il Centro Italia.