Discorso rinviato a dopo l’estate. Virginia Raggi allontana ancora una volta la patata bollente delle Olimpiadi del 2024, posticipando ogni decisione all’esito dell’incontro con Giovannino Malagò. “Nel nostro debito di 13 miliardi, uno è ancora l’indennità di esproprio per le Olimpiadi del 60, fatevi due conti…” ha commentato la sindaca. E ancora: “A Roma ci sono 150 impianti sportivi in condizioni disastrose. E poi parliamo di Olimpiadi”. La giunta pentastellata, insomma, prende tempo ma di segnali ne manda eccome. E non sembrano positivi per la candidatura di Roma ai Giochi del 2024. Raggi ha parlato alla Festa del Fatto Quotidiano – in collegamento telefonico c’è la collega torinese Chiara Appendino, sul palco con lei la sindaca ribelle Pd di San Lazzaro di Savena (Bologna) Isabella Conti – di fronte a un pubblico che non le è certo ostile. Anzi: la applaude con calore, e alla parola Olimpiadi parte un coro di no.
“Nelle scuole si pratica lo sport un’ora a settimana – aggiunge – vi sembra normale? Lo sport va implementato, ma dall’infanzia”. Le chiedono se non tema che il governo Renzi, che ora deve valutare i fondi da erogare per le periferie (Raggi ha appena presentato un pacchetto di progetti da 50 milioni) non possa essere influenzato dal suo no ai Giochi. “Renzi e il governo esamineranno le proposte con imparzialità – risponde lei – se rigetteranno i progetti, sarà motivato. Il resto lo lascio alle speculazioni”. L’idea di un referendum? “Ce n’è uno in corso, chi vuole firma. I Radicali dicono che non ci sono gli autenticatori? Basta pagarli. Se non c’è la fanno non credo sia un problema di identificazione delle firme”.
Raggi parla a tutto campo: “Le nomine? Il caso della sorella di Marcello De Vito (che su Facebook aveva sollevato il tema dei maxistipendi dello staff, ndr) è isolato. Abbiamo scelto in base alle competenze, e la competenza si paga. Godono della mia fiducia e sono pagati il giusto”. Da Torino Chiara Appendino ricorda come “in campagna elettorale rispetto a Fassino avevamo annunciato un taglio del 30 per cento grazie agli accorpamenti e alla valorizzazione delle risorse interne” che serviranno per le Pmi e per il buco di bilancio. Raggi non ha ancora, sottolinea, cifre definitive ma “nel primo semestre Alemanno preventivo’ 6 milioni, Marino 5. Io non ho toccato per adesso il milione”. Due grandi città, problemi differenti: a Torino per esempio l’addio della Fiera del Libro (“lavoriamo per un nuovo progetto, stiamo lavorandoci sodo” dice Appendino), mentre a Roma la Metro C: “Al Colosseo ci si arriva, ma bisogna capire quando: Roma Metropolitane dice 2021. Noi dobbiamo arrivare a Colosseo e mettere punto e virgola per poi chiederci: continuare, cambiare tracciato, fermarci, continuare con questo consorzio?”.