Si è conclusa con l’emissione di cinque ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari l’operazione “Attestazioni trasparenti”, condotta dalla Procura di Roma nei confronti di una Società organismo di attestazione (Soa) con sede nella Capitale. Le ordinanze sono state eseguite non solo a Roma, ma anche in provincia di Napoli, Salerno e Agrigento, dal Nucleo speciale anticorruzione della Guardia di finanza. Applicate anche due misure di interdizione. Nel registro degli indagati, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata ai reati di corruzione e falso, imprenditori, funzionari e professionisti della società. La Soa in questione, era deputata al rilascio della certificazione della capacità economica, professionale e tecnica dell’impresa di eseguire le opere oggetto di aggiudicazione, certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare di appalto per l’esecuzione di lavori pubblici.
Corruzione e falso in atto pubblico
Come fatto sapere dalle Fiamme gialle, l’attenta analisi di documentazione e dossier, oltre che la raccolta di dichiarazioni da parte di numerose persone ritenute informate sui fatti, hanno permesso di “accertare l’esistenza di una vera e propria associazione operante mediante un collaudato e organizzato sistema, mascherato dietro l’attività di carattere pubblicistico esercitato dalla Soa, con il quale, anziché fornire ai clienti un servizio corretto e imparziale di verifica dei requisiti, veniva ad essi procurato un pacchetto completo costituito dalla cessione dei requisiti di attestazione, ma assolutamente privo di ogni sostanza e di fatto solo cartolare”. Ossia, alle società che richiedevano attestazioni venivano forniti rami d’azienda già in possesso dei requisiti per ottenerle in breve tempo, glissando sull’analisi meritocratica.
In realtà, ad essere acquistato era solamente il certificato, il quale era però privo dei requisiti oggettivi di capacità tecnica ed economica richiesti dalla norma per l’esecuzione di opere di importo superiore ai 150 mila euro. Tale procedura, stando al tempo emerso dall’inchiesta, sarebbe stata protratta per almeno 3 anni: in totale, le persone denunciate per il reato di associazione a delinquere, corruzione e falso in atto pubblico sono 27.