La sindaca di Roma Virginia Raggi ha illustrato in Aula Giulio Cesare le linee programmatiche dell’amministrazione a Cinque Stelle. “L’Eurobarometer dalla Commissione Europea sulla qualità della vita nelle città, pubblicato in gennaio 2016, rileva che solo il 26% dei romani si fida della pubblica amministrazione e il 50% dichiara di non fidarsi, in generale, dei propri concittadini. Troviamo un’amministrazione capitolina ferma per un lunghissimo periodo in assenza di una direzione politica, istituzioni culturali in affanno, difficoltà finanziarie e inefficienze, confusione e frammentazione a causa di molteplici cambiamenti di direzione e assenza di strategie condivise”, ha detto.
“Troviamo competenze e intelligenze non sfruttate, dentro e fuori l’amministrazione, inerzie e abitudini da cambiare, attese d’innovazione troppo a lungo frustrate. Si agirà utilizzando il principio delle pari ed eque opportunità come modalità trasversale dell’azione dell’amministrazione. Si costruirà una città per tutte e per tutti – ha aggiunto -. Riconsegnare la fiducia nel prossimo, nella propria amministrazione cittadina e nel futuro è condizione indispensabile per sviluppare benessere ed è una priorità di questa amministrazione”.
“L’amministrazione di Roma Capitale soffre di un deficit di trasparenza, di un’immagine opaca e di una caduta di fiducia da parte dei cittadini” prosegue la sindaca. Per Raggi “il coinvolgimento dei cittadini diventa così il primo obiettivo per la ricostruzione di una identità di comunità, anche per creare il consenso e la collaborazione necessari per azioni che sono chiaramente di rottura rispetto agli interessi preesistenti”.
Sul tema rifiuti, la prima cittadina capitolina è chiara: “Roma Capitale deve procedere alla riorganizzazione di Ama sotto l’egida della sindaca e dell’ assessorato preposto ma nel contempo, Roma Capitale ed la sindaca devono reclamare, rivendicare e riappropriarsi del ruolo di indirizzo operativo e di vigilanza del socio di maggioranza al 51% e ricondurre Acea a servizio della città”. “Ama, incautamente, in questi ultimi anni non si è dotata delle infrastrutture impiantistiche necessarie – spiega Raggi – offrendo, quindi, di fatto, opportunità a gruppi privati e ad Acea di inserirsi nel settore di attività proprie di Ama. Di fatto, Ama è stata relegata a svolgere mera attività di raccolta, trasbordo, trasporto e scarico in discarica, con enormi costi di dotazione per contenitori, veicoli e mezzi”.
“I numeri attuali di Ama sono oltre 600 milioni di euro di debiti, di cui 200 milioni verso fornitori, oltre 35 milioni di euro annui verso il pool di banche che la sostiene; 250 milioni di costi per la esportazione di rifiuti; circa 7500 dipendenti; una flotta di veicoli acquistati per oltre 200 milioni nel 2009 e 2010″. Prosegue illustrando in assemblea le linee guida sul tema rifiuti. “L’azienda sconta – spiega – alti costi industriali per tonnellata trattata e per tonnellata di raccolta differenziata conferita e ha bassi indici di efficienza nella pulizia stradale e nella manutenzione dei cassonetti su strada. L’intero parco impianti Ama soffre di deficit manutentivi da tre anni”.
Infine, il tema idrico. In merito, Raggi assicura: “Si propone di rispettare la volontà popolare per una gestione pubblica e partecipata del servizio idrico. Ciò avverrà: inserendo nello Statuto di Roma Capitale il concetto del ‘Diritto all’Acqua’ affinché Acea Ato2 garantisca un servizio trasparente verso la cittadinanza”.