Nuovo capitolo della polemica a distanza fra Virginia Raggi e Matteo Salvini sul governo di Roma. A parlare stavolta è la sindaca, intervistata dal Messaggero.
Spalle larghe
“Io non ci sto. Non si può giocare la campagna elettorale sulla pelle dei romani. Basta – sbotta Raggi – . Al di là delle appartenenze politiche, devo e voglio difendere la mia città. Siamo stanchi delle sue chiacchiere”. Il ministro, la incalza il giornalista, dice che per amministrare servono le spalle larghe. “Bene, io ho le spalle larghe – spiega – e non mi spavento facilmente. Io le villette dei clan mafiosi le ho abbattute, dopo decenni di silenzio delle precedenti giunte: otto case del clan Casamonica buttate giù dalla ruspa. Come, allo stesso modo, abbiamo cacciato gli Spada dalle case popolari che occupavano abusivamente ad Ostia”.
Rifiuti
Quanto alle critiche sui rifiuti, la sindaca replica: “Per togliere la spazzatura non serve assolutamente uno scienziato, ma sono necessari duro lavoro e costanza. Che siamo sotto attacco credo sia innegabile visti i continui incendi agli impianti, ai cassonetti, alle isole ecologiche, e che la regione Lazio non abbia un numero di impianti adeguato ai rifiuti prodotti nella regione stessa è sotto gli occhi di tutti. Di certo, non bastano due tweet e qualche battuta ad effetto. L'assessore? Conto al più presto di chiudere la casella mancante“.
Sicurezza
Quanto alla questione sicurezza, “è pronto a mettere a disposizione poliziotti e telecamere? Voglio prenderlo in parola: sulla sicurezza c'è bisogno di maggiore presenza dello Stato – dice la sindaca – se non vogliamo lasciare spazio a formazioni estremiste come CasaPound. Ci sostenga nella richiesta per assumere altri uomini della polizia urbana di Roma”.