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“Raggi, perché censuri il manifesto sull'aborto?”

Sarebbe dovuto rimanere affisso in via Gregorio VII, vicino al Vaticano, fino a domenica prossima, 15 aprile. Invece Roma Capitale, dopo le polemiche, ha deciso di far rimuovere il maximanifesto dell'associazione ProVita Onlus raffigurante un feto con la scritta: “Tu eri così a 11 settimane. Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché tua mamma non ti ha abortito“.

L'interrogazione di De Priamo

In molti hanno gridato alla violazione della libertà d'espressione. Il tema è finito anche in Campidoglio, dove il vice-presidente dell'Assemblea capitolina, Andrea De Priamo (Fratelli d'Italia) ha presentato un'interrogazione urgente alla sindaca Virginia Raggi e alla Giunta di Roma Capitale. Egli sottolinea che “l'ecografica di un feto non può considerarsi scandalosa, bensì costituisce un dato scientifico che chiunque può trovare nei libri”. Pertanto – prosegue – “l’immagine in questione non può considerarsi lesiva nei confronti di chiunque, e quindi non contrasta” con il regolamento comunale sulle pubbliche affissioni.

De Priamo chiede allora alla Raggi se “la decisione di censurare il manifesto abbia rappresentato una violazione dei più elementari diritti costituzionali in merito al rispetto delle idee”, sulla base di quale normativa sia stato rimosso dal momento che aveva tutte le autorizzazioni, come intende intervenire per consentire che il manifesto venga apposto ancora per tutto il tempo per il quale era stata concessa l'autorizzazione, come intenda risarcire l’Associazione ProVita che aveva regolarmente pagato la tariffa di affissione relativa al manifesto.

L'invito di Marina Casini

All'interrogazione di De Priamo, si aggiunge la lettera inviata alla sindaca di Roma da parte di Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano. Secondo lei, la rimozione del maximanifesto “non solleva solo una questione attinente al diritto di manifestazione del pensiero (art. 21 Cost.), ma pone anche altre questioni non meno importanti”. Quel manifesto – prosegue la missiva – “esprimeva nella forma di una immagine fotografica ciò che hanno detto la Corte Costituzionale, il Comitato Nazionale per la Bioetica, la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo. Non solo, ma quel manifesto diceva quanto è stato testimoniato da migliaia di esperti“.

La Casini ricorda quindi alla prima cittadina di Roma che depenalizzare l'aborto “non significa rinunciare a difendere i figli in viaggio verso la nascita” e che i consultori dovrebbero offrire – come prevede la legge 194 – alternative all'interruzione volontaria di gravidanza. La presidente del MpV spiega inoltre l'impegno dei Centri di Aiuto alla Vita (Cav), che hanno visto nascere 200mila bambini, “anche quando le difficoltà della gravidanza erano pesanti ed hanno sempre ricevuto il ringraziamento delle madri”. La Casini quindi chiede: “È doveroso o no tenere conto di questa esperienza e valorizzarla? Tale esperienza prova che nel cuore e nella mente di ogni donna vi è il coraggio di accogliere la vita, ma che tale coraggio si spegne quando tutti intorno a lei ripetono che nella gravidanza non è presente un figlio e impediscono di guardarlo”.

Infine l'invito alla prima cittadina. “Saremmo lieti se Lei, Sindaca Raggi, venisse in forma privata a far visita almeno ad uno dei nostri Centri di Aiuto alla Vita di Roma – scrive la Casini -. Incontrerebbe una bella realtà di accoglienza e condivisione, di donne che aiutano le donne. Nei Centri di Aiuto alla Vita di tutta Italia alcune donne hanno vissuto la drammatica esperienza dell’aborto e vogliono aiutare altre donne a scegliere per la vita loro e dei loro figli“.

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