Il “caso polizze Romeo” potrebbe arrivare ad intrecciarsi anche con la vicenda delle “comunarie”, le elezioni comunali che incoronarono Virginia Raggi sindaco di Roma. Da quel 22 giugno, giorno di inizio mandato, il cammino della neo sindaca del Movimento 5 Stelle è stato costantemente in salita. Non Bastava l’inchiesta sulle comunarie che parlano di un presunto dossier per “fare fuori” Marcello De Vito, l’altro candidato 5 stelle per la poltrona capitolina, che poi perse.
Non bastava neppure Salvatore Romeo, indagato per le Polizze sulla vita con beneficiari a dir poco inconsueti, se non quando completamente inventati: oltre 130 mila euro investiti in 15 anni e stipulati in favore anche della sindaca, Virginia Raggi, che potrebbero aprire un nuovo filone di indagini, il “comunarie bis”. Ma Romeo respinge ogni illazione in modo lapidario: “Le polizze non hanno a che vedere con M5S né sono state aperte a favore di suoi esponenti per favorire Virginia Raggi alle primarie per la scelta del Sindaco di Roma”.
Secondo la Procura di Roma, dalle polizze stipulate da Romeo non sarebbe emerso per ora nessun meccanismo di autofinanziamento o un’utilità corruttiva; inoltre, quel denaro non avrebbe un’origine illecita né è emerso nulla di penalmente rilevante. Ma il “sistema polizze” ha un punto oscuro: perché Romeo avrebbe indicato quei beneficiari “fantasiosi”. “Li stimavo e le polizze le ho stipulate perché offrivano un rendimento certo”, è la spiegazione dell’ex capo della segreteria; versione confermata anche dagli attivisti-beneficiari che, ascoltati dai pm, hanno escluso meccanismi opachi di autofinanziamento.
Eppure, in questo grande carosello di soldi, qualcosa si muove in senso inverso. Via Facebook Vittorio Bertola, uno dei fondatori del Movimento, racconta la propria versione dei fatti e spiega quello che definisce “il giochino”. “Da parecchi anni si sono diffuse – scrive sul suo profilo – polizze vita che in realtà sono contenitori di soldi da investire”. Uno strumento “molto meno tracciabile di una mazzetta in contanti“. Per Bertola, “io che voglio un favore dal futuro sindaco di Roma prima delle elezioni prendo una polizza e lo nomino come beneficiario; dopodiché, se lui vince e mi fa il favore, io faccio passare il tempo minimo necessario e poi riscatto la polizza e lui incassa, altrimenti cambio di nuovo il beneficiario e mi tengo i soldi”. E la giostra continua…