Raggi, il giorno dell’interrogatorio: nel frattempo emergono chat interne contro De Vito

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Dovrebbe finalmente essere arrivato il giorno della verità per la sindaca di Roma, Virginia Raggi, attesa in Procura per l’interrogatorio dei pm in relazione al caso Marra. E, aspettando la versione della prima cittadina, sono via via emersi ulteriori elementi “telematici” che sono andati a riempire il fascicolo dell’inchiesta. A tenere banco, le chat “interne” scatenate durante la scorsa consiliatura e fornite tramite screenshot dal sito web “Affari italiani”, dalle quali si delinea una sorta di campagna anti-De Vito, fatta di frasi piccate e commenti poco benevoli, indirizzati anche verso Roberta Lombardi, ex presidente del gruppo parlamentare M5S alla Camera: “Io a volte mi chiedo se lei faccia pace con il cervello prima di parlare”, scriveva Raggi. Il dossieraggio sulle chat riguardanti l’attuale presidente del Consiglio comunale sta assumendo una dimensione sempre maggiore a livello politico.

“De Vito non rispetta regole basilari”

Le accuse rivolte a De Vito sono diverse (tutte decadute) ma, la principale, è il presunto illegittimo accesso agli atti, circostanza che avrebbe di fatto allontanato il suo profilo dal candidato ideale del Movimento: “Noi sosterremo qualunque candidato che si muova nel M5S, rispettando sia il programma e le finalità, sia i modi. A nostro avviso lui purtroppo non rispetta queste regole basilari”, ha scritto la sindaca, fra le più accanite contro De Vito, suo futuro avversario alle primarie. “Ragazzi, scusate, ma per verificare sospetto di mazzette all’ufficio condoni fai l’accesso agli atti di un procedimento?! E che le mazzette si annotano come fondo spese a margine degli atti? Maddai… E poi non ne parli con noi? Maddai…”.

Attese verifiche

In sua difesa, De Vito inviò una mail del legale Morriconi, nella quale emergeva come la richiesta di accesso fosse partita da lui, per conto di un cliente. Una difesa che, secondo gli esponenti M5S, avrebbe peggiorato la situazione: “La linea di difesa peggiora la situazione di Marcello: l’accesso era voluto da Paolo Morricone che con quell’accesso voleva scoprire una non meglio precisata mazzetta”. Ovviamente, il dossieraggio passerà alla verifica della Procura, che ne appurerà la sussistenza e l’influenza che potrebbe, eventualmente, aver esercitato sull’andamento delle primarie. Certo è che, fin dalle prime battute, il disaccordo interno appare piuttosto evidente. Marcello De Vito è stato nel frattempo ascoltato dai pm, così come dovrebbe accadere per Di Battista, Taverna e Ruocco.

Per ora, però, si attendono ulteriori elementi sulla vicenda Marra: le accuse per la sindaca sono di falso e abuso di ufficio. Un’arma a doppio taglio, inquadrata tra lo spettro della Legge Severino e il codice etico del Movimento.

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