Raggi contestata a Casal Bruciato

Logo INTERRIS in sostituzione per l'articolo: Raggi contestata a Casal Bruciato

Insulti a Virginia Raggi a Casal Bruciato, quartiere periferico di Roma che da giorni protesta contro l'assegnazione di una casa popolare a una famiglia di nomadi.

Insulti

Buffona“, “non sei la nostra sindaca” e “vergognati” sono state alcune delle frasi rivolte nei confronti della prima cittadina, giunta nel quadrante per visitare proprio il nucleo destinatario dell'immobile. A contestare Raggi un gruppo di persone presenti sotto la casa popolare. “Schifosa” le ha urlato una donna. Nei suoi confronti anche frasi come “lercia” e presunti insulti a sfondo sessista

“Rispettata la legge”

“Questa famiglia – ha detto Raggi – risulta legittima assegnataria di un alloggio. Ha diritto di entrare e la legge si rispetta. Siamo andati a conoscerli e sono terrorizzati. Abbiamo avuto modo di far conoscere questa famiglia ad alcuni condomini. Chi insulta i bambini e minaccia di stuprare le donne forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Non è questa una società in cui si può continuare a vivere”.

Spaventati

“Siamo spaventati, speriamo di resistere”, ha detto al direttore della Caritas di Roma don Ambarus che li ha incontrati assieme alla sindaca. “Ci hanno detto che speravano iniziasse finalmente una nuova vita per loro dopo 20 anni nei campi. Stanno cercando di capire cosa succederà. Sperano di poter resistere”, ha spiegato don Ambarus. La sindaca, dopo aver incontrato la famiglia, è uscita scortata dall'abitazione, tra gli insulti dei presenti. 

L'invito del Papa

“Domani il Papa incontrerà il mondo dei rom – ha spiegato il vescovo ausiliare di Roma mons. Giampiero Palmieri – noi li abbiamo invitati la sera quando la chiesa di Roma incontrerà il Papa a San Giovanni. Non sappiamo se verranno ma sono stati molto onorati dell'invito. Ora sono molto spaventati”.

Le proteste

Anche in mattinata sotto allo stabile alcuni abitanti che hanno contestato la decisione del Comune. Ieri le proteste avrebbero avuto una deriva razzista con frasi agghiaccianti, insulti e minacce rivolte ad una nomade e a sua figlia piccola che stavano rientrando a casa scortate dalla polizia.

 

Daniele Vice: