Partner contagiate dall'Hiv: chiesto l'ergastolo per Talluto

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Il pm Elena Neri ha chiesto di condannare all'ergastolo con isolamento diurno per due anni Valentino Talluto, il 32enne sieropositivo di Acilia accusato di aver contagiato decine di donne conosciute in varie chat a partire dal 2006 con le quali voleva avere solo rapporti sessuali non protetti, senza averle mai informate prima di essere affetto dal virus dell'Hiv. Talluto viene processato davanti alla Terza corte d'Assise di Roma per i reati di epidemia dolosa e lesioni gravissime. Secondo il rappresentante dell'accusa l'imputato “ha voluto seminare morte. Non merita alcuna attenuante – ha detto il pm – perché non ha mai mostrato alcun segno di pentimento e resipiscenza, non ci ha mai aiutato durante le indagini e ha reso sempre dichiarazioni false”.

La “firma” dell'imputato

“C'è la firma di Valentino Talluto su questi contagi. Lui sapeva di essere sieropositivo ma continuava a chiedere rapporti non protetti raccontando mille bugie alle varie partner” ha sottolineato il pm Elena Neri nel corso della sua requisitoria. “Questa inchiesta – ha aggiunto – comprende solo persone che è stato possibile rintracciare grazie alle dichiarazioni di alcune ragazze, all'analisi dei tabulati telefonici dell'imputato e a quelle che si sono curate allo Spallanzani o si sono rivolte ad altri ospedali romani. I nomi delle ragazze che sono state contattate dall'autorità giudiziaria ci sono stati segnalati proprio dallo Spallanzani, in quanto tutte risultavano contagiate dal sottotipo di virus dal quale è infetto Talluto. Le ragazze sono state contattate una per una e puntualmente abbiamo scoperto che tutte avevano avuto rapporti con l'imputato a partire dal 2006. Il laboratorio dell'ospedale ci è stato di grande aiuto”. Questa indagine, però, ha ribadito ancora il magistrato, è incompleta: “Noi non abbiamo trovato tutti i soggetti contagiati da Talluto ma solo quelli contattati tramite l'ospedale, o attraverso le varie dichiarazioni testimoniali e l'esame dei tabulati telefonici che è stato possibile recuperare solo tra il 2013 e il 2015. Non abbiamo trovato altre persone – ha evidenziato il pm – anche perché l'imputato non ci ha mai aiutato, non ci ha detto i cognomi dei nomi memorizzati sul suo cellulare e si è sempre chiuso dietro silenzio e bugie. Non sapremo mai l'esatto numero delle persone che lui ha contagiato. Mancano i dati di coloro che non si sono curati negli ospedali della Capitale e che non sono stati rintracciati, visto che Talluto frequentava anche ragazze che venivano da fuori Roma”.

Decine di casi

Il cosiddetto “untore dell'Hiv” è stato chiamato a rispondere di 57 episodi (per due dei quali è stata chiesta l'assoluzione). L'imputato, presente in aula e ancora in stato di detenzione, è accusato di contagi diretti (30 amanti) e indiretti (riferiti a tre partner di donne in precedenza infettate e a un bimbo, nato nel maggio del 2012, figlio di una straniera con cui l'indagato aveva avuto rapporti e al quale era stato diagnosticato il virus dell'Hiv all'età di otto mesi) oltre ai casi di 20 donne, (per il pm “delle vere miracolate”) scampate all'infezione, un destino condiviso anche da tre uomini che con Valentino hanno preso parte a rapporti sessuali a tre. Nel corso dei vari interrogatori resi nel corso delle indagini, Talluto, pur dicendosi dispiaciuto per quanto accaduto, si è sempre difeso sostenendo di non essere consapevole dei danni che avrebbe potuto causare per la sua sieropositività.

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