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Parco di Centocelle, un patrimonio da salvare 

Una storia triste, quella del Parco archeologico di Centocelle. Uno dei più grandi polmoni verdi della Capitale, potenziale fiore all'occhiello della periferia orientale romana, per estensione e ricchezze archeologiche, eppure da anni al centro di un progressivo degrado che, inesorabilmente, ha reso l'area praticamente inaccessibile a coloro che ne sarebbero i fruitori di diritto, i cittadini. Inutile ribadire che, negli ultimi anni, sono stati proprio gli abitanti del quadrante Est di Roma a farsi carico del futuro del Parco, più volte indicato come elemento fondamentale della riqualificazione delle periferie e, a oggi, ancora preda di abbandono ed evidente incuria. Nella giornata di ieri, una nuova seduta delle Commissioni capitoline Ambiente e politiche sociali ha (ri)focalizzato l'attenzione sulla situazione dell'enorme spazio verde (monitorato dal comitato cittadino P.a.C.), “alla presenza – come scritto in una nota dal consigliere capitolino di Fratelli d'Italia, Francesco Figliomeni – degli Uffici e di moltissimi comitati di cittadini”, spiegando di aver “inutilmente chiesto un cronoprogramma degli interventi per far rivivere la vastissima area ed evitare altresì che il Ministero della Difesa assuma decisioni contrarie all’interesse dei cittadini e comunque senza la necessaria partecipazione degli stessi”.

“Situazione grave”

Insomma, secondo quanto riportato dal consigliere al momento non ci sarebbero novità di rilievo all'orizzonte, notizia che preoccupa non poco in ottica futura. “Dopo quasi un anno dall’emergenza, gli uffici competenti sono ancora alla preliminare fase di studio”, a fronte di una situazione “purtroppo aggravatasi da un paio d’anni, specie dopo i roghi tossici del gennaio scorso ed i notevoli cumuli di rifiuti interrati presenti in più punti del parco”. Un vero peccato perché, bilanciando perfettamente spazio per attività ludico-sportiva e siti di interesse archeologico in piena periferia, il P.a.C. potrebbe costituirsi come una pietra miliare del quadrante orientale romano ma, più in generale, come uno dei più importanti luoghi di aggregazione e attività della Capitale.

Un parco in decadenza

La situazione del Parco è frutto di un progressivo percorso di decadenza, iniziato pressapoco un paio di anni fa, quando la ditta appaltatrice dei lavori di riqualificazione ha subito il fallimento, ponendo un brusco stop ai lavori dei tre stralci principali. Una circostanza che venne vista, dalla giunta del Municipio V di allora, come l'occasione per ripensare la progettazione degli interventi che, come affermato anche da alcuni assessori, non teneva in considerazione varianti importanti per la fruibilità dell'area, non ultimi i percorsi ginnici. Dal 2015 a oggi, però, non si è assistito a particolari miglioramenti, con il problema dilagante degli insediamenti abusivi e un mai risolto nodo con gli sfasci del lato Togliatti. E, nel mare magnum di latenza amministrativa, anche lo sforzo dei comitati di cittadini si è rivelato più grande delle loro possibilità: “C'è la necessità – ha concluso Figliomeni – di intervenire e monitorare la situazione della vastissima area segnalando le varie criticità che vanno dai problemi di viabilità, alla mancanza di vivibilità per le famiglie anche tramite giochi per i bambini, alla necessità di vigilanza fino ai ben più gravi problemi di bonifica dell’area… La stessa ordinanza della Sindaca Raggi è apparsa a tutti, Uffici compresi, estremamente confusa, quasi come un palliativo, emessa senza alcun criterio logico-giuridico… Abbiamo nuovamente offerto la nostra disponibilità a collaborare per risolvere le problematiche del parco ma esigiamo che si intervenga con immediatezza, competenza e professionalità”.

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