Omicidio Di Pietrantonio, rito abbreviato per Paduano. Il delitto dopo un ultimo inquietante post

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Sarà celebrato il prossimo 7 aprile, con rito abbreviato, il processo a carico di Vincenzo Paduano, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata, Sara Di Pietrantonio, arsa assieme alla sua automobile dopo essere stata strangolata lo scorso 29 maggio. E’ quanto ha deciso il giudice dell’udienza preliminare Gaspare Sturzo, il quale ha fissato altre due date, rispettivamente il 10 aprile e il 5 maggio prossimi. Nella terza giornata verrà emessa la sentenza che, in virtù del rito abbreviato, prevede in caso di condanna lo sconto di un terzo della pena. Le accuse per Paduano, assente in aula, sono di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, stalking e distruzione di cadavere.

L’omicidio

Tramortita, strangolata e poi bruciata assieme alla sua auto: questa è stata l’orribile morte della studentessa Sara Di Pietrantonio, uccisa il 29 maggio 2016 dall’ex fidanzato, Vincenzo Paduano, il quale non accettava la conclusione della loro travagliata storia e, men che meno, la sua nuova relazione sentimentale. Il 3 marzo, a Roma, si è tenuta l’udienza preliminare a carico dello stesso 28enne, che aveva in precedenza confessato di essere l’autore del terribile omicidio, consumatosi alle prime ore del mattino in via della Magliana, al termine dell’ennesimo diverbio. Prima del tragico epilogo, la ragazza aveva chiesto aiuto a due auto che transitavano sulla stessa strada, senza però che i conducenti, come da loro stessi spiegato in seguito, capissero cosa stesse succedendo, scegliendo di tirare dritto.

L’ultimo post

Una relazione protratta per due anni quella tra Sara e Vincenzo, fatta più di bassi che di alti e, infine, diventata un’ossessione per la 22enne, la quale aveva preso la decisione di lasciare quel ragazzo eccessivamente geloso. Ma, anche dopo la fine del rapporto, Sara ha continuato a preoccuparsi per la morbosa condotta del suo ex, che continuava a tartassare la giovane con chiamate improvvise e continue, a qualsiasi ora e in qualsiasi momento, messaggi via sms e via posta elettronica, aumentati esponenzialmente dopo l’inizio della sua nuova relazione. Messaggi nei quali emergevano, come nuovamente sostenuto dai pm, diversi elementi che avrebbero potuto far pensare a un’imminente tragedia. L’ipotesi della premeditazione era stata inizialmente scartata dagli inquirenti ma gli elementi emersi nel corso dell’inchiesta hanno fatto pensare il contrario. Tra questi, l’inquietante post su Facebook scritto solo due ore prima di consumare il delitto e riportato dal “Corriere della Sera”, nel quale Paduano scriveva: “Quando il marcio è radicato nel profondo ci vuole una rivoluzione, tabula rasa. Diluvio universale”.

Verso la fine

Un vero e proprio agguato quello messo in atto da Paduano, appostato sulla strada che, come sapeva, Sara avrebbe dovuto percorrere per tornare a casa dopo aver accompagnato il suo nuovo fidanzato. Lo speronamento dell’auto, la discussione, la tentata fuga e poi il dramma: tutto nello spazio di alcuni tragici istanti, sufficienti a mettere in atto quella “tabula rasa” invocata solo 120 minuti prima sulla piattaforma social. “Perché vuoi uccidermi?”, gli aveva chiesto la studentessa. “Servirebbe a qualcosa?”, le aveva risposto il suo futuro assassino. Magari lo spiegherà durante il processo, al quale parteciperà anche il padre della sua vittima. Sara ci ha provato, ha tentato fino all’ultimo di farlo ragionare. Voleva tranquillizzarlo, gli diceva chiaramente che, con il suo comportamento, le faceva paura. Non è servito: il suo incubo aveva già preso forma. Ora l’inizio del percorso verso la giustizia: nonostante il rito abbreviato, sussiste ancora la possibilità dell’ergastolo.

La mamma di Sara: “Certa che otterrò giustizia”

Poco prima dell’ingresso in aula, parlando ai microfoni dei cronisti presenti, la mamma della vittima si è detta fiduciosa sull’esito del processo: “Sono contenta che abbiamo cominciato. Sono certa che otterrò giustizia perché i magistrati sono stati eccellenti”.

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