Tutto come da copione: Virginia Raggi ha detto no alle Olimpiadi di Roma 2024. La decisione è stata comunicata dalla sindaca in una conferenza stampa che ha rispettato la “tregua olimpica” instaurata durante lo svolgimento delle Paralimpiadi di Rio. “E’ da irresponsabili dire sì a questa candidatura – ha esordito la prima cittadina – non abbiamo mai cambiato cambiato idea, non ipotechiamo il futuro di Roma. Con queste Olimpiadi ci chiedono di fare altri debiti per i romani: noi non ce la sentiamo. I soldi che si spendono sono dei romani, non ce lo dimentichiamo”.
Costi elevati
Nel suo intervento Raggi ha ribadito che lo stato in cui versa la Capitale non consente passi del vuoto. “Stiamo ancora pagando le Olimpiadi del 1960 e nel 2015 abbiamo finito di pagare il mutuo per i Mondiali del 1990” ha spiegato. Ma a giustificare il “no” c’è anche un’altra motivazione, più in linea con la Weltanschaung del Movimento 5 Stelle: il paventato rischio di svendere la città. A tal proposito Raggi ha citato l’esempio dei Mondiali di Nuoto del 2009, con la Città dello Sport di Tor Vergata . “Diciamo no alle Olimpiadi del mattone – ha ribadito la sindaca – no ai gusci vuoti. Non lo vogliamo”.
Niente referendum
I Giochi, secondo la giunta al governo, “sono un assegno in bianco che firmano le città ospitanti: ciò lo dice l’Università di Oxford in uno studio. Sono un sogno che diventa incubo. Non abbiamo dati di Rio ma abbiamo negli occhi le immagini degli abitanti di Rio. Le Olimpiadi servono ai comitati d’affari non ai cittadini”. La sindaca ha poi evitato di essere colta in contropiede sulla questione del referendum consultivo sui Giochi, promesso in sede di campagna elettorale e mai celebrato. “Giachetti e il Pd hanno fatto ruotare il dibattito pre-ballottaggio intorno alle Olimpiadi. Quindi possiamo dire che il 70% dei romani (quelli che hanno votato per lei ndr) hanno già detto no”.
Incontro saltato
Prima della conferenza era in programma l’incontro con Giovanni Malagò, saltato a causa del ritardo di Raggi che ha fatto infuriare il presidente del Coni.”Ho avuto un contrattempo e avevo qualche minuto di ritardo – ha chiarito Raggi – mentre entravo nel palazzo il presidente Malagò ha preferito andare via, il tempo c’era e non erano 40 minuti ritardo”.
Malagò infuriato
Poco dopo è arrivata la replica del numero uno dello Sport italiano. “Mi dispiace che il sindaco Raggi non ricordi, e non voglio pensare che l’abbia fatto in malafede, che Roma si è candidata solo dopo che il Cio ha cambiato le regole delle candidature, con la riduzione dei costi” ha spiegato. “Sul debito delle Olimpiadi ’60 sono state dette falsità, bugie per populismo. Ho sentito parlare di 2 miliardi di debito: quando la cifra uscì, settimane fa interpellai il commissario al debito del Comune. Conservo agli atti la sua mail: era il debito commerciale complessivo, gli espropri di Roma ’60 erano solo una minima parte”. Il Coni, in ogni caso, vuole andare avanti nonostante il no del Campidoglio. “Ora andiamo avanti, fino all’atto formale: Comune e Giunta si assumeranno la responsabilità della delibera che dà discontinuità alle precedenti decisioni”. Poi la stoccata: “Come amministratori pubblici ci si deve assumere le responsabilità. Però do un vantaggio alla Raggi: ritiri i riferimenti alle città che si sono ritirate, su quelle wikipedia non è aggiornata…”
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