Trovato un provvisorio accordo fra sindacati e amministrazione: lo sciopero dei trasporti dell’11 gennaio non si farà. A comunicarlo è stata la stessa assessora alla Città in movimento, Linda Meleo, al termine di un incontro con i rappresentanti delle sigle promotrici dell’ennesimo blocco dei mezzi pubblici: “E’ stata trovata un’intesa e così abbiamo scongiurato lo sciopero, che avrebbe causato, come sempre, disagi ai romani e alle romane”. Pericolo scongiurato, dunque, per i cittadini della Capitale, almeno per il momento. Il motivo della mobilitazione, infatti, risiedeva nella richiesta di un referendum sul cosiddetto “riordino salariale” Era 1 ed Era 2, previsto dall’accordo stipulato nel luglio del 2015: “Si apriranno a breve, su questo, dei tavoli di confronto con l’azienda. Nulla osta che al termine di questi, trovato un accordo sulle modifiche da apportare, i lavoratori potranno esprimersi attraverso una consultazione secondo la normativa vigente”.
Il rischio di interruzione è stato dunque evitato, in attesa, però, di ulteriori sviluppi su una questione che, da diversi mesi, tiene in scacco il regolare svolgimento del servizio pubblico. La pretesa dei lavoratori, rappresentati dalle sigle sindacali interessate, si poggia sulla legge 148 del 2011, secondo la quale i dipendenti di un’azienda possono avanzare tali richieste ogni qualvolta venga presa una decisione simile. Secondo i sindacati, infatti, l’accordo di luglio avrebbe incrementato orari e carichi lavorativi, con l’inserimento di turni a nastro per gli autisti e riduzione dei “turni corti” per i macchinisti dei treni.
Aspettando i tavoli di confronto promessi, le sigle Faisa Confail, Orsa Tpl, Usb, Sul Ct e Utl hanno rinviato lo “stop” dei mezzi, il quale avrebbe previsto interruzioni su tutta la rete autoferrotramviaria di Roma, coinvolgendo anche la società del Trasporto pubblico locale (la quale, invece, assieme a Cotral, ha confermato il rischio di fermo), con le consuete fasce orarie di garanzia (da inizio servizio fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20). Sarebbe stato, nel caso, il primo sciopero del 2017, a fronte di un 2016 che ne ha fatti complessivamente registrare 12 in 12 mesi. Un appuntamento rimandato, ma solo per ora. A meno che, con il nuovo anno, non arrivi in dote una collaborazione più prolifica tra Comune e azienda. O, quantomeno, un’intesa reale e, magari, duratura.