Ncc in fila per il reddito di cittadinanza

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Un centinaio di conducenti Ncc si è riunito sotto la sede della Regione Lazio al grido di “Ncc scelti dal mercato uccisi da governo”. “Vogliamo dare appoggio al governatore e segretario del Pd Nicola Zingaretti che ha avuto un'apertura nei nostri confronti” dicono.

In fila

Prossima tappa gli uffici postali di via Marmorata (Testaccio) dove, come annunciato ieri, si metteranno in fila, compileranno i moduli e chiederanno il reddito di cittadinanza. “Dal 14 maggio ci costringeranno a non lavorare più – spiega Stefano Gianesi, vicepresidente del Comitato Air – questo è inaccettabile. Non si possono lasciare a casa migliaia di persone. Ci sentiamo di dire, come recita un nostro striscione, 'dall'imprenditoria al reddito di cittadinanza: grazie governo'”. I presidi degli autisti avranno luogo, oltre che a Roma, a Milano, Torino, Napoli e Firenze presso le sedi delle Regioni; proseguiranno poi presso gli uffici postali dove gli autisti si metteranno in fila con il modello di richiesta di reddito di cittadinanza.

L'iniziativa

La provocatoria iniziativa è promossa dal Comitato Air, la rete che collega gli imprenditori del trasporto pubblico non di linea con conducente, in collaborazione con Fai Trasporto Persone. “Ci hanno tolto il lavoro e ci faranno chiudere le nostre aziende, ma dobbiamo pur far mangiare le nostre famiglie. Vorrà dire che allora andremo a chiedere il reddito di cittadinanza – ha spiegato Claudia Pavoletti, portavoce del Comitato Air – siamo alla fase cruciale del confronto con il Governo”. E ha aggiunto: “A parte scarne rassicurazioni, non c'è alcuna apertura sulle nostre rivendicazioni. Noi chiediamo che venga modificata la norma sull'obbligo di rientro in rimessa dopo il servizio e l'obbligo di compilare il foglio di servizio che pone evidenti problemi di rispetto della privacy dei nostri clienti Se questo Governo vuole cancellare il mondo delle imprese e del lavoro sostituendolo con un sistema assistenzialista, noi come imprese abbiamo il dovere di dire che non ci stiamo. E lo diremo forte e chiaro“.

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