Molotov contro un commissariato Ps

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Bomba molotov contro il commissariato Prati di Roma. A tirarla una persona, con il volto coperto da casco, a bordo di uno scooter che arrivando in via Ruffini ha rallentato e, dopo aver lanciatola bottiglia incendiaria, è scappato. Centrato un vecchio furgone della polizia parcheggiato nell'area di sosta davanti al commissariato che è rimasto danneggiato nella parte anteriore. Sulla vicenda sono in corso indagini dei poliziotti del commissariato Prati e della Digos per risalire al responsabile. Al vaglio le registrazioni delle telecamere.

Ipotesi

Al momento non si esclude nessuna ipotesi: dal gesto anarchico a un episodio legato ad ambienti della tifoseria. Il commissariato Prati, infatti, ha un ruolo centrale nell'organizzazione della sicurezza dello stadio Olimpico.

Il precedente

L'episodio avviene a pochi giorni di distanza dall'esplosione di un ordigno rudimentale davanti alla stazione dei carabinieri San Giovanni. La bomba, dotata di timer, è esplosa alle 5,30 del 7 dicembre, in via Britannia. Fortunatamente in quel momento non passava nessuno in strada e non ci sono stati feriti neanche tra le persone presenti all'interno dell'edificio, circa una decina. La deflagrazione ha danneggiato un'auto in sosta e mandato in frantumi la finestra di un palazzo vicino.

Indagini

La Procura di Roma ha aperto subito un fascicolo per terrorismo e sono scattate indagini dei carabinieri del Nucleo Informativo e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e i carabinieri del Ros. Ancor prima della rivendicazione le indagini si sono indirizzate verso la galassia anarchica per individuare i responsabili. Poi in serata la rivendicazione web firmata dal Fai-Fri (Federazione anarchica informale- Fronte rivoluzionario internazionale), Cellula Santiago Maldonado, l'attivista argentino che appoggiava la causa delle popolazioni indigene Mapuche trovato morto nell'ottobre scorso 78 giorni dopo essere scomparso. “La notte scorsa abbiamo portato la guerra a casa del ministro Minniti. Con questa azione lanciamo una campagna internazionale di attacco contro uomini, strutture e mezzi della repressione”, si leggeva nella rivendicazione.

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