L’estate romana diventa anche un’occasione per evangelizzare. E cosƬ, i francescani del Centro Missionario di Roma sono in āmissioneā sul lungotevere nellāAnno del Giubileo. Lāidea, ĆØ quella di raccontare a turisti e visitatori nei tre mesi della movida della Capitale, āla misericordiaā vissuta e testimoniata dai Missionari presenti in 40 nazioni del mondo. Con lo slogan āCondividi con noi lāestate romanaā¦ nellāAnno del Giubileoā, i fratiĀ lanciano lāoriginale iniziativa per sensibilizzare romani e turisti a vivere momenti di crescita durante le serate estive e per far conoscere le attivitĆ e le opere di misericordia che i Francescani Conventuali ānarranoā nei luoghi missionari del mondo. Lāiniziativa del Centro Missionario vuole valorizzare il tempo libero con contenuti culturali, artistici, spirituali e promozionali, accogliendo lāinvito di Papa Francesco a āuscire dalle proprie struttureā per andare nelle āperiferie esistenzialiā dove la gente vive tempi e spazi di sana cultura.
Padre Paolo Fiasconaro, direttore del Centro Missionario Francescano Onlu, ai microfoni di Radio Vaticana ha affermato: “Lāidea nasce dallāinvito di Papa Francesco, quando tre anni fa allāinizio del suo Pontificato, invitĆ² la Chiesa ad uscire e andare verso le periferie esistenziali. Da qui mi ĆØ venuta lāidea e mi sono detto: āPerchĆ© non devo andare in missione anche io?ā. Siccome abito in un convento proprio a ridosso delle banchine del Tevere, vedendo questo afflusso di gente ā nelle banchine nei mesi estivi passano piĆ¹ di due milioni di persone ā mi sono detto: ‘Voglio andare anchāio’. CosƬ ho bussato alla porta degli organizzatori. Naturalmente pensavo giĆ a quanti soldi ci sarebbero voluti per avere uno stand ubicato in quelle banchine. Invece, mi hanno aperto le porte, mi hanno dato uno stand a titolo gratuito e addirittura nel centro della movida di fronte allāIsola Tiberina, sotto il Ponte Garibaldi. La Chiesa ĆØ in mezzo alla gente. Poi questāanno ā ĆØ il terzo anno di presenza sul Tevere ā lo abbiamo personalizzato. Vediamo giĆ lāeffetto dellāAnno del Giubileo. Rispetto allo scorso anno vediamo un afflusso maggiore. Ma la cosa che piĆ¹ ci preme, dialogando con la gente, ĆØ far capire loro lāopera dei nostri missionari che realmente narrano la misericordia nei luoghi della missione. Questo ĆØ quello che la gente apprezza accostandosi a noi francescani.
āCondividi con noi lāestate romanaā ĆØ lo slogan vincente. “Insieme al logo del Giubileo – prosegue il frate –, quasi un poā per far accostare la gente a questo evento di grazia, sono tre le icone che lo stand missionario vuole far conoscere ai pellegrini, agli avventori serali: Cristo, che ĆØ il Padre del Buon Samaritano, San Francesco che diceva ai suoi frati:Ā ‘Andate per il mondo ad annunziare a due a due il Vangelo’ e Papa Francesco che ci invita ad uscire dai nostri conventi e ad andare dove la gente vive i tempi e gli spazi della propria crescita culturale, serale, estiva. Noi vogliamo che questa sia anche una crescita spirituale attraverso la proposta francescana”.
Quali sono le domande piĆ¹ frequenti? “La gente la sera vuole divertirsi, vuole andare a mangiare; vuole trascorrere il proprio tempo libero e noi vogliamo valorizzare il tempo di queste persone che scendono giĆ¹ alle banchine per ascoltare una buona musica, perchĆ© non ĆØ tutto mangiare o roba godereccia, ma ci sono questi spazi. Credo che il nostro stand sia uno spazio che realmente dĆ unāanima a tutta lāestate romana; diamo un volto sociale, spirituale allāestate romana sul Tevere – continua il responsabile -. La gente si ferma, guarda il frate con il saio, guarda la grande gigantografia di Papa Francesco con il dito alzato, poi abbiamo un pallone gonfiabile con padre Kolbe, missionario anche lui sulle banchine del Tevere, il nostro martire polacco che diede la vita per difendere un padre di famiglia ad Aushwitz. Ć anche una proposta missionaria. Le domande sono tante; la piĆ¹ frequente ĆØ: ‘Padre voglio fare un mese di esperienza in missione’. Noi distribuiamo degli opuscoli dove spieghiamo qual ĆØ lāattivitĆ del centro missionario, le adozioni a distanza, i progetti”.
“Credo che nellāanimo umano ci sia insito il discorso dellāaltruismo. Al di lĆ del credo, penso che tutti sentano il bisogno. Come dicevo prima, in un luogo laico di fatto cāĆØ sorpresa quando ci vedono. Dicono: ‘Ma come, i padri francescani sono anche qui?’. Alcuni rimangono increduli, alcuni dicono: ‘Grazie che ci siete’. Lāaltra sera un ragazzo si ĆØ confessato. Sono vari approcci, varie tipologie di contatto con le persone perchĆ© certamente tutti hanno bisogno di una buona parola. Oggi il contatto, la comunicazione, secondo me, ĆØ evangelizzazione – conclude -. Comunicando, sicuramente, evangelizziamo: questo ĆØ una valore importante che forse allāinterno della Chiesa andrebbe recuperato”.