Dimentichiamoci le polemiche sui rami spogli, le interviste a decine di botanici, le caustiche copertine di “Lercio“, le freddure di “Spinoza” e delle “frasi di Osho“. Ma anche i selfie, gli hashtag, chilometri di inchiostro spesi per raccontare la triste storia di “Spelacchio”, l'albero di Natale (suo malgrado) più discusso della storia di Roma.
L'accordo
Memore di un'esperienza non proprio positiva, quest'anno la Giunta Raggi cambia registro, scegliendo un partner privato che si occuperà dell'allestimento: Netflix. Con il gigante dello streaming tv è stato siglato un accordo da 376 mila euro, grazie all'intermedizione di Igp Decaux, che porterà i personaggi delle fiction più amate a essere protagonisti del Natale capitolino. L'inaugurazione avverrà l'8 dicembre (come da tradizione) e già monta la curiosità per capire quali volti compariranno fra palline e luminarie. Sarà dato spazio solo ai “buoni” – come richiederebbe il senso stesso della festa cristiana – o compariranno anche gli spietati protagonisti di “Suburra“, “Narcos“, “Breaking Bad” e la “Casa di carta” in omaggio al dio commercio?
Decorazioni
Per scoprirlo dovremo attendere ancora qualche giorno. Di sicuro c'è che, salvi da marchi e sponsorizzazioni, saranno solo il puntale e le luci, di tonalità calda. Il logo di Netflix comparirà, oltre che sulle 100 sfere decorative previste, anche sui tre lati e su uno schermo luminoso posizionato al centro dei giardini di piazza Venezia. Basterà per stoppare le polemiche che, da anni, accompagnano il Natale romano? Difficile a dirsi. La scelta di Netflix è ambiziosa e certifica che, in termini di immagine internazionale, la Capitale non è così malmessa come si vorrebbe lasciar credere. E forse sancisce il primo passaggio di una svolta amministrativa della giunta Raggi, sinora poco incline all'ingresso di capitali privati.