Salvatore Buzzi continua a parlare, a riportare con disinvoltura nomi, numeri e dettagli sulle vicende (e i protagonisti) che lo vedono coinvolto come uno dei principali imputati nel processo per Mafia Capitale. Lo aveva annunciato durante la prima giornata d’interrogatorio in videoconferenza dal carcere di Tolmezzo (dove è sottoposto al 41bis): avrebbe detto tutto, riportando chi aveva ricevuto soldi, chi favori e chi fosse stato coinvolto, a vario titolo, nelle reti degli affari correlati alle cooperative. E, nella seconda tranche di confronto nell’aula bunker di Rebibbia, il ras ha continuato a parlare come un fiume in piena, soffermandosi maggiormente sul capitolo della gestione degli immigrati e sui rapporti con l’ex vicecapo di gabinetto di Veltroni, Luca Odevaine: “Si propose come facilitatore. In cambio mi resi disponibile, su sua richiesta, a pagare l’affitto mensile di due appartamenti di cui fruiva unitamente ad una somma di 5 mila euro al mese”. Ma, come ha specificato in seguito, “oggi dubito che ci abbia davvero agevolato”.
Buzzi: “Soldi a Bettini”
Ma le rivelazioni dell’imputato spaziano anche oltre toccando, come annunciato, il capitolo dei soldi dati ai rappresentanti della politica. E lancia di pesanti accuse nei confronti del dem Goffredo Bettini: “Bettini ha organizzato, rapportandosi personalmente col mio vicepresidente Guarany, un mio incontro con Gianni Letta. In cambio io gli versai la somma complessiva di 21.800 euro, anche mediante bonifici per coprire le sue spese elettorali. Sono indignato per quello che ho dovuto sopportare e sono qui per documentare ogni mia affermazione”. Dichiarazioni che, però, hanno incontrato l’immediata negazione dell’europarlamentare, il quale ha fatto sapere che “Buzzi è tornato su episodi da me ampiamente spiegati qualche mese fa in aula del tribunale in qualità di testimone, dicendo inaccettabili falsità, secondo una strategia difensiva che sembra volere colpire quelli che egli stesso definisce i suoi avversari e non i suoi amici. Ho dato incarico a i miei legali di sporgere querela”. Peraltro, le parole del fondatore della “29 Giugno” sarebbero state ritenute poco credibili anche da parte dei pm.
Il saluto romano di Carminati
E, mentre Buzzi continua i suoi interrogatori fiume, la Procura di Roma ha richiesto l’acquisizione del video che ha ripreso l’udienza dell’8 marzo scorso. Le immagini, infatti, riprendono chiaramente anche Massimo Carminati, sottoposto al 41bis presso il carcere di Parma e anche’egli collegato in videoconferenza, intento a esibirsi in un saluto romano dopo essersi avvicinato alla telecamera: “Non possiamo tollerare l’apologia del fascismo in un processo penale e prenderemo provvedimenti”, sono state le parole della presidente della X sezione del tribunale di Roma, Rosanna Ianniello.