“A lui l’avrei detto… Gli avrei detto: ‘Guarda che ho avuto invidia, per la prima volta, di un funerale'”. Con queste parole Paolo Villaggio parlò, in un’intervista a “La storia siamo noi” del 4 gennaio 2007, dell’ultimo saluto di Genova al suo amico di sempre, Fabrizio De André. Oggi, a 18 anni da quel giorno, è stato l’amatissimo attore ligure (scomparso il 3 luglio scorso a 84 anni) a ricevere, nella camera ardente allestita nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, l’omaggio del pubblico italiano, lontano dalla sua Genova ma, allo stesso modo, circondato dall’affetto di tutte quelle persone che aveva imparato a comprendere e alle quali aveva saputo regalare uno spaccato importante della società italiana degli ultimi 30 anni del ‘900. A differenza di Faber, che i tormenti interiori dell’uomo li cantò in musica, Villaggio ha portato dapprima in letteratura e poi sullo schermo il ritratto del cosiddetto “uomo medio” dipingendo, in un quadro tragicomico, i lineamenti di un’Italia che cambiava velocemente.
Villaggio attore e intellettuale
Per questo Villaggio ha saputo non solo far ridere ma anche, e soprattutto, far riflettere. Il personaggio del ragionier Fantozzi, da lui creato e superbamente interpretato, è un’icona ma, maggiormente, uno spunto intellettuale, una critica fine, una satira amara della nostra società. Ecco perché la sua carica identificativa è così marcata, tanto da entrare nell’immaginario collettivo di un’intera nazione. E, allo stesso modo, è stato probabilmente questo a rendere così amato il volto di Villaggio, comico sì, e fra i più geniali, ma anche attore raffinato (capace di regalare interpretazioni memorabili in film come “Io speriamo che me la cavo” o “Il segreto del bosco vecchio”) e scrittore di qualità.
“Fantozzi” torna in libreria
La camera ardente per l’ultimo saluto all’attore, affollata già alle 9.30, è rimasta aperta fino alle 16.30. Dopodiché, il feretro è stato trasferito nel Teatro “Ettore Scola” della Casa del Cinema, dove alle 18.30 si sono svolti i funerali in forma laica, partecipati da numerosi amici e colleghi, tra i quali gli storici compagni dei suoi film “fantozziani”, Plinio Fernando e Milena Vukotic. Un ulteriore omaggio alla memoria del grande attore, è stata la proiezione del film “Fantozzi” (il primo della serie, diretto da Luciano Salce) proprio presso la struttura di Largo Mastroianni, e la riproposizione nelle librerie dei primi volumi sul famoso personaggio, divenuti pressoché irreperibili negli ultimi anni. Un altro riconoscimento per ricordare e preservare il suo lavoro prima di lasciarlo, come scritto da sua figlia, “nuovamente libero di volare”.