Torna KarawanFest, il primo e unico evento cinematografico in Italia che tratta i temi dell’integrazione e della compenetrazione tra culture con ironia e un pizzico di leggerezza. Dal 24 al 27 novembre la rassegna animerà gli spazi della Casa della Cultura di villa De Sanctis. “Ci siamo inventati Karawan nel 2012 – scrivono gli organizzatori nel comunicato stampa dell’evento – come espressione del vissuto di uno dei quartieri più melting pot d’Europa: TorPignattara, a Roma. Un laboratorio spontaneo di convivenze dove non mancano tensioni e problemi ma in cui da decenni le persone trovano “naturalmente” il modo di capirsi”.
Per questo Karawan è innanzitutto una festa: una rassegna di commedie e documentari da tutto il mondo, il cui primo obiettivo è quello di sovvertire stereotipi e luoghi comuni che creano barriere tra le persone e abbattere la diffidenza verso l’altro con il sorriso, perché siamo convinti che il sorriso sia il terreno naturale d’incontro fra le diverse culture del mondo, il luogo ideale in cui scompaiono le differenze e ci si riscopre umani.
L’altra vocazione di Karawan, oltre allo spirito multietnico, è quello nomade che passa per la riappropriazione di spazi pubblici: inun quartiere in cui non ci sono cinema, biblioteche, teatri, abbiamo deciso di trasformare l’intero quartiere in una location per le proiezioni e coinvolgere i cittadini e le comunità del territorio per recuperare la dimensione popolare, di festa, propria dell’evento cinema di un tempo.
“Nel corso di questi anni abbiamo cambiato pelle tante volte, dalle proiezioni improvvisate con “lo schermo che cammina” tra le strade del quartiere, alle rassegne tematiche indoor che oltre ai film hanno ospitato artisti di ogni genere e da ogni dove: calligrafi cinesi, pittori romeni, percussionisti nordafricani… E così, in modo un po’ rocambolesco ma tenace, siamo arrivati al primo importante traguardo: l’edizione N°5!”
Sarà l’edizione più femminile di sempre, dedicata interamente a storie di donne: rapper afgane, aviatrici ghanesi, vignettiste tunisine, pittrici cinesi, donne che ad ogni latitudine del mondo hanno deciso di essere protagoniste delle loro vite, e che in qualche modo hanno compiuto piccole o grandi rivoluzioni. Donne che hanno scelto di non sposarsi, donne che hanno scelto di non diventare pilota di aerei, donne che hanno scelto di prendere una matita, o un pennello, o una chitarra in mano e di trovare la strada per esprimersi attraverso l’arte. Donne che hanno scelto di essere se stesse.