La Roma detta le condizioni al Comune

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LAs Roma rompe il silenzio dopo l'ennesimo caso deflagrato attorno allo Stadio della Roma. Da Trigoria non vogliono sentir parlare di nuovi rallentamenti.

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Lo dice in modo chiaro il vicepresidente Mauro Baldissoni, che da avvocato sceglie le parole giuste per far capire a un altro avvocato, la sindaca Virginia Raggi, che indietro non si torna. “Avere lo stadio è un nostro diritto acquisito, non ci devono essere dubbi. Ed è anche un nostro diritto quello di vederlo realizzato il più velocemente possibile”. “Diritto acquisito” non è una locuzione sparata a caso, ma una precisa categoria giuridica che si trasforma in velata minaccia di vie legali laddove il Campidoglio dovesse compromettere la realizzazione dell'impianto. Magari disponendo nuovi, lunghi, accertamenti che spingano il presidente giallorosso, James Pallotta, a cambiare aria. 

Tempi rapidi

“Dopo un anno e mezzo di conferenza dei servizi – dice ancora Baldissoni a Sky Sport24 – pensare che possano esserci atti viziati è difficile e in effetti non si sono mai trovati, come sostenuto dal pubblico ministero di Roma. La Conferenza dei Servizi è stata chiusa e approvata quindici mesi fa. Sullo stadio della Roma, quindi, non possono esserci dubbi a livello amministrativo. Per questo, noi non abbiamo l'aspettativa ma abbiamo il diritto di vederlo realizzato nei tempi più rapidi possibili“. Negli ultimi giorni, aggiunge, il vicepresidente della Roma, “abbiamo appreso dal Comune che la finalizzazione delle documentazioni necessarie potrebbe esserci entro la fine di aprile. Per questo ci aspettiamo che il Comune mantenga questa linea di lavoro e di intervento per completare i lavori che abbiamo condiviso in questo periodo“. 

Pallotta non molla.. per ora

Per ora l'impegno di Pallotta resta. “Tutti noi che lavoriamo a questo progetto dobbiamo sentire la responsabilità di far proseguire il percorso intrapreso dagli investitori stranieri per la Città, che ammonta a un miliardo – sottolinea Baldissoni -. Nonostante ogni tanto il presidente faccia delle valutazioni che possano portarlo a dubitare della opportunità di affrontare tante difficoltà, è comunque determinato ad andare fino in fondo. Noi, però, abbiamo la responsabilità di non far cambiare idea a lui e agli investitori”. 

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