L’ispezione della Ecomafie assieme ai militari del Noe agli impianti Tmb di Roma, quattro in tutto, non hanno fatto che confermare quanto era già palesemente chiaro: i siti sono pieni. Anzi, visibilmente pieni. Il che, tradotto, significa che i quattro impianti di trattamento meccanico biologico non bastano a soddisfare l’esigenza di smaltimento della produzione giornaliera di rifiuti a Roma (2700 tonnellate). O meglio, consentono appena la copertura sufficiente, mantenendo elevatissima la soglia di rischio. Da qui i continui sforamenti, con colonne di camion in attesa e cumuli di immondizia che (come nei giorni scorsi) si formano nei quartieri capitolini, specie in quelli di periferia. Un’indagine simile era già stata effettuata nel maggio 2015, come spiegato anche dal presidente della commissione Ecomafie, senza riscontrare però grosse criticità.
Tmb stracolmi
Stavolta, invece, le vasche che accolgono le montagne di rifiuti raccolti per le strade romane sono apparse a un pericoloso livello di saturazione, indifferentemente negli impianti di Rocca Cencia, Salario e nei due siti di Malagrotta. E i risultati dell’indagine dell’Ecomafie passeranno inevitabilmente dalla comparazione fra i due controlli, effettuati a distanza di due anni. L’emergenza degli ultimi giorni, dopo aver mobilitato una pulizia-lampo della città nel week-end scorso (tutt’ora in corso nelle zone ancora a livello critico), ha comunque gettato le basi per una verifica agli impianti per controllare non solo le quantità di immondizia in entrata ma anche il funzionamento stesso dei macchinari di trattamento. Questo anche alla luce di alcuni recenti guasti ad alcuni di questi, soprattutto quelli destinati alla separazione dei rifiuti, una circostanza che aveva fatto gridare al sabotaggio il Comune di Roma.
Galletti: “Vedrò Raggi nei prossimi giorni”
E proprio il Comune, impegnato nell’intricata questione dello spostamento del tritovagliatore di Rocca Cencia a Ostia (per la quale, oltre alla disputa con la Regione, si rischia un danno erariale), si ritrova a fare i conti con le proteste dei residenti delle zone nelle quali sorgono gli impianti di trattamento, ancora più a rischio con l’arrivo della bella stagione. Con una polemica mai placata attorno al polo Ama di Rocca Cencia (dove è sempre viva la battaglia sull’ecodistretto), la situazione non è certo migliore nei tre restanti distretti, dove le finestre non si aprono da giorni. E, dopo lo scivolone sul nodo rifiuti con il criticato post del buongiorno con gabbiano in primo piano (non perdonata dal web, nonostante dal Campidoglio abbiano specificato che si sia trattato di un errore), a Palazzo Senatorio arriva l’apertura del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, polemico nei giorni scorsi con il piano Raggi sull’emergenza rifiuti: “Mi vedrò con la sindaca nei prossimi giorni, le mie porte sono aperte. Voglio un piano dei rifiuti che sia vero, che si possa concretizzare in pochi anni. Si presenti un piano che chiuda il ciclo dei rifiuti. Oggi non ci sono impianti sufficienti. I rifiuti della Capitale vanno a saturare le discariche di altre province o vanno in giro per l’Italia o l’Europa. Non è corretto per i cittadini di Roma, che pagano di più”.