Nella notte tra venerdì e sabato, i Carabinieri della Compagnia di Civitavecchia hanno denunciato in stato di libertà un imprenditore 58enne, abitante a Ladispoli, per il reato di combustione illecita di rifiuti. In particolare, i Carabinieri della Stazione di Ladispoli sono intervenuti in località Olmetto, in una zona agricola, a causa di alcune segnalazioni ricevute dalla Centrale Operativa riguardanti la presenza di forte odore di bruciato che, dalla periferia, era arrivato anche nel centro abitato.
Gli accertamenti
La pattuglia dell’Arma si è recata nell’area in questione e ha individuato il punto di provenienza del fumo, che si sprigionava dall’area di pertinenza di una ditta di movimento terra e smaltimento rifiuti ubicata in quella via Olmetto. Sul posto i Carabinieri hanno sorpreso il titolare della ditta mentre era intento a bruciare una grande quantità di materiale plastico e polistirolo che era stato riposto in una grossa buca. Lo stesso aveva inoltre posizionato dei pannelli di cemento intorno alla buca, cercando così di nascondere le fiamme. Sul posto sono intervenuti i Vigili del Fuoco di Bracciano che hanno provveduto a spegnere il rogo. L’area in questione è stata sottoposta a sequestro in attesa dei prelievi che saranno svolti a cura del personale dell’Arpa (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) Lazio. Al termine degli accertamenti, l’imprenditore è stato condotto presso la Caserma dei Carabinieri di via Livorno dove è stato denunciato in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica per il reato di combustione illecita di rifiuti. Il Dispositivo dell'art 256 bis del Codice dell'Ambiente recita: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque appicca il fuoco a rifiuti abbandonati ovvero depositati in maniera incontrollata è punito con la reclusione da due a cinque anni. Nel caso in cui sia appiccato il fuoco a rifiuti pericolosi, si applica la pena della reclusione da tre a sei anni. Il responsabile è tenuto al ripristino dello stato dei luoghi, al risarcimento del danno ambientale e al pagamento, anche in via di regresso, delle spese per la bonifica”.