“I dati diffusi dall’Istat sulle esportazioni italiane nel terzo trimestre del 2019 mettono in evidenza un risultato notevole e incoraggiante: il Lazio è la prima regione in Italia per crescita dell’export: +21,4% nei primi nove mesi dell’anno. Settore trainante si conferma il farmaceutico con ottime performance dei comparti chimico-medicinale e botanico“, spiega il presidente di Unioncamere Lazio, Lorenzo Tagliavanti aggiunge: “Nel periodo gennaio-settembre 2019, un impulso positivo alla crescita su base annua dell’export nazionale proviene dalle vendite di alcune regioni come Toscana, Lombardia ed Emilia Romagna e, soprattutto, il Lazio che ha registrato specie verso gli Stati Uniti un notevole +92%”. Il dato del Lazio testimonia, ancora una volta, la solidità e la dinamicità del nostro tessuto imprenditoriale. Un tessuto che, nella nostra regione, è fatto in grandissima parte di piccole e medie imprese che la crisi economica di questi anni ha sicuramente colpito, ma non fiaccato. Le imprese del nostro territorio hanno compreso che sui mercati esteri possono trovare nuove occasioni e nuove opportunità di crescita e si sono attivate di conseguenza. E il sistema delle Camere di Commercio del Lazio resta in prima linea nel supportare tutti gli imprenditori del territorio nel loro prezioso lavoro quotidiano”.
Banda larga
Il sistema camerale ha geolocalizzato 1,8 milioni di imprese nei 3.194 comuni delle aree “bianche” (ossia a fallimento di mercato) sui cui concentrare i lavori di infrastrutturazione previsti nei piani per la banda larga e ultra larga. Questo uno dei risultati delle attività messe in campo da Unioncamere per la digitalizzazione delle Pmi attraverso il progetto Ultranet per la conoscenza e la diffusione della Banda ultralarga (Bul) e il programma triennale formativo di potenziamento e certificazione delle competenze digitali del proprio personale interno. Tra le altre iniziative, sottolinea l'Ansa, sono stati informati 10mila imprenditori sulle opportunità offerte da internet superveloce e formati 600 dipendenti delle Camere di commercio sui temi dell'innovazione. La digitalizzazione è “un volano fondamentale per la crescita del sistema Paese e soprattutto per la capacità delle imprese di creare valore aggiunto in modo sostenibile”, ha osservato il ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, nel suo intervento di partecipazione al convegno Unioncamere. Le Camere di commercio sono “fortemente impegnate nell'aiutare le imprese a fare un salto di qualità verso l'innovazione e la digitalizzazione della propria organizzazione”, precisa il presidente della Camera di commercio di Roma e di Unioncamere Lazio, Tagliavanti, spiegando che in questo quadro la velocità di connessione è “determinante per incoraggiare l'adozione delle tecnologie avanzate”.
Alternanza scuola lavoro
La Camera di commercio di Roma ha premiato i migliori progetti di alternanza scuola lavoro consegnando al Tempio di Adriano, agli studenti delle scuole superiori di Roma e provincia i premi di “Storie d’alternanza“. Tra i premiati, licei e istituti tecnici e professionali scelti tra due distinte sessioni temporali: il secondo semestre 2018 e il primo semestre 2019. In totale sono 14 gli istituti scolastici, ciascuno dei quali ha ricevuto in contributo un assegno simbolico di mille euro per l’attualizzazione del proprio progetto. Grazie al coinvolgimento delle Camere di commercio a livello locale e nazionale, centinaia sono state le imprese coinvolte nel progetto all’interno delle quali gli studenti hanno cominciato a mettere in pratica la loro preparazione scolastica e verificare le proprie attitudini professionali. “I premi sono uno strumento per valorizzare e rendere pubbliche buone pratiche- spiega Tagliavanti all’Adnkronos – la buona pratica è lo sforzo che hanno fatto alcuni istituti di Roma e provincia per introdurre i propri giovani nel mondo del lavoro. Premiamo le esperienze più significative, ma il vero significato della giornata è la scuola che si apre al mondo del lavoro. L'entusiasmo, l’inventiva e il coraggio che queste storie trasmettono sono un valore aggiunto in grado di arricchire gli ambienti lavorativi in cui presto gli studenti si troveranno a operare”.
Sviluppo del digitale
L'export siciliano dopo una brusca frenata torna e crescere nel terzo trimestre 2019. Da gennaio a settembre scorso, infatti, il fatturato delle vendite all'estero si è attestato complessivamente su 6,8 miliardi di euro con un aumento del 11% rispetto al secondo trimestre del 2019. A certificare i numeri delle esportazioni siciliane è l'Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia che ha rielaborato i dati regionali dell'Istat riguardanti l'export nei primi nove mesi del 2019, sottolinea l'Agi.Tra le province con la migliore performance, Siracusa si conferma in cima alla classica con 3,9 miliardi di fatturato. Seguono Catania (1,3 miliardi), Messina (800 milioni) e Ragusa. L'area geografica nel quale il prodotto Made in Sicily è sempre più apprezzato è l'Europa, seguita da Africa settentrionale, Asia orientale e America settentrionale. La classifica dei paesi destinatari dei prodotti dell'Isola nel terzo trimestre 2019 sono, in vitta la Croazia con 657 mln, Stati Uniti con 564 mln, Francia con 436 mln, Slovenia con 367 mln, e a seguire Spagna, Germania, Algeria e Paesi Bassi. “I dati dell'export – dice il presidente di Unioncamere Sicilia, Giuseppe Pace – confermano la ripresa nel terzo trimestre 2019 delle vendite all'estero e si apprezza sapere che i prodotti siciliani fanno gola principalmente ai paesi che appartengono all'area geografica europea, ma anche Africa, Asia e America”. I settori che hanno spinto l'export della Sicilia nel terzo trimestre 2019, sono coke e prodotti petroliferi raffinati 3,8 mld, prodotti chimici, computer e apparecchi elettronici, agroalimentare e bevande con 866 mln circa di fatturato. “A fare la parte del leone – aggiunge il segretario generale di Unioncamere Sicilia, Santa Vaccaro – sono come sempre coke e prodotti petroliferi raffinati, che rappresentano oltre la metà del totale delle esportazioni made in Sicily. Apprezzati all'estero, oltre ai prodotti chimici e apparecchi elettronici, i prodotti agroalimentari e le bevande“.
Inversione di tendenza
Per il lusso italiano nel 2024 mancheranno 236.00 profili richiesti dalle imprese e non disponibili. Il dato è stato evidenziato da Matteo Lunelli, presidente e ceo di Cantine Ferrari, nominato presidente per il 2020-2022 della Fondazione Altagamma, che riunisce 110 marchi italiani del lusso, riferisce l'Ansa. Un dato che emerge da un'analisi effettuata in collaborazione con Unioncamere e pubblicata nel libro “I talenti del fare”, riferito da Lunelli nella sua presentazione, a Milano, degli obiettivi strategici del mandato. “Chi sa costruire know-how trova lavoro – aggiunge – ma serve superare una serie di preconcetti, per i quali la maggioranza degli studenti sceglie il liceo. Il “saper fare è unico” e alcune figure possono guadagnare più di un grande manager. Restano invariate la mission di Altagamma nel volere contribuire alla crescita e alla competitività delle imprese dell'industria creativa e culturale italiana e del “Sistema Italia” nel suo complesso, così come la vision, nel farsi ambasciatore dello stile di vita italiano nel mondo”. Come pilastri strategici ha indicato: internazionalità nello sviluppare i mercati globali, sostenibilità nell'affrontare le priorità dell'agenda globale e contemporaneità nell'innovare, con particolare attenzione allo sviluppo del digitale. Un accento infine al rinnovarsi del “Premio giovani imprese”, per valorizzare quelle emergenti.