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Il consumo di suolo nel 2030 sarà il triplo di Napoli

Supera i 30 mila ettari (23,54%), circa 3.600 volte l'area del Circo Massimo, la superficie di territorio consumato nella città eterna e di questi oltre il 92% è irreversibile. Consumato anche il 13% delle aree romane a massima pericolosità idraulica del quale oltre 80% è irrecuperabile. 250 mila sono invece i cittadini a rischio alluvioni. Questo il quadro drammatico che emerge dallo studio condotto da Roma Capitale e dall’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA) nell’ambito di un progetto sviluppato con i volontari del Servizio Civile sul consumo di suolo a Roma. Alla presentazione, che si è tenuta questa mattina in Campidoglio, è intervenuto fra gli altri, il Direttore del Dipartimento Sicurezza e Protezione Civile di Roma, Diego Porta, che ha sottolineato l’utilità dell’indagine “che verrà tenuta come punto di riferimento nell’ambito del nuovo Piano Generale di Emergenza della Protezione Civile, che è stato approvato dopo un iter durato anni”. 
Diego Porta ha poi ricordato che: “Presto le allerte meteo arriveranno direttamente sul nostro telefonino, senza bisogno di installare app o iscriversi a mailing list. La Protezione Civile sta infatti sviluppando una piattaforma nazionale (It-Alert) per inviare messaggi a tutti i dispositivi mobile per avvertire di una situazione di pericolo”. “Questa soluzione – ha aggiunto – che diventerà operativa tra un anno o al massimo un anno e mezzo, è quella ideale perché in Italia troppo spesso paghiamo un alto tributo di vittime a causa di una scarsa conoscenza del rischio. Anche con l'allerta gialla si può morire”. 

La ricerca

Grazie ad avanzate analisi statistiche, la ricerca sperimentale, ha prodotto una mappatura che costituisce una importante base di valutazione sul tema del consumo di suolo a Roma. Una cartografia di grande dettaglio, unico esempio a livello nazionale, derivante dall' interpretazione di immagini satellitari che rende disponibili i dati anche a livello di Municipio e zona urbanistica.

Nel dettaglio

La maggiore percentuale di territorio impermeabilizzato si trova nei municipi I (74,38%), II (68, 42%) e V (63,11%), mentre quella minore ricade nel municipio XIV (12,78%). In linea generale Roma ha perso terreno a vantaggio di edifici (28% delle aree artificiali), strade (21%) e altre aree sensibili, come aree di pericolosità idraulica o aree vincolate. Nel territorio di Roma Capitale le aree caratterizzate dalla massima pericolosità idraulica (reticolo principale e secondario, esclusi i canali di bonifica), aree di esondazione con un tempo di ritorno di 50 anni, hanno un'estensione superiore ai 6 mila ettari e qui risultano consumati più di 800 ettari, di cui il 82% irreversibilmente. Complessivamente, nelle aree di pericolosità idraulica, soggette a esondazioni con tempo di ritorno maggiore di 50 anni, il suolo consumato è caratterizzato dal 26% di edifici, dal 20% di strade asfaltate e nella parte restante da altre aree artificiali come parcheggi, piazzali, campi sportivi e altro. Nei Municipi X e XI che comprendono le zone urbanistiche di Ostia, Acilia, Malafede, Infernetto, e Ponte Galeria, sono invece localizzate le aree di massima pericolosità idraulica legate ai canali di bonifica. Queste si estendono per una superficie quasi di 3 mila ettari, interessando una popolazione di quasi 58 mila abitanti. Il suolo consumato in questo contesto supera i 700 ettari con una percentuale di suolo consumato permanente del 90%.

In conclusione, il Responsabile dell’Ufficio di Coordinamento per la Realizzazione di Progetti Internazionali ed Europei, Claudio Biffoni, ha parlato delle politiche per la resilienza urbana, ovvero di tutte quelle azioni necessarie per rispondere ai rischi ambientali, ribadendo, la volontà di Roma Capitale di mettere in campo strategie integrate come il confronto con piani regolatori europei, il monitoraggio di determinate aree, per affrontare le sfide presenti e future. 

 

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