Il Campidoglio sembra intenzionato ad andare avanti sul progetto dello Stadio della Roma, a prescindere dal parere del Politecnico di Torino, giunto ieri a Palazzo Senatorio ma non ancora reso pubblico.
Lo studio
L'amministrazione capitolina punta sulla “cura del ferro” per gestire la maggiore mobilità dell'area. Nella prima tranche del dossier dell'Università piemontese veniva dipinto un quadro a tinte fosche, che definiva potenzialmente catastrofico lo scenario della mobilità attorno all'impianto nei giorni delle partite. Ma, in fondo, ragionano in Campidoglio, si tratta pur sempre di una valutazione terza rispetto ad un'opera presentata da un privato, la società del costruttore Luca Parnasi, finito al centro delle indagini della procura romana. Quindi di un documento non vincolante poiché esterno alla conferenza dei servizi che ha dato il via libera al progetto.
Il Comune nelle osservazioni inviate al Politecnico in risposta alla prima parte della relazione avrebbe sottolineato come nei prossimi anni è attesa una crescita dei volumi di utenza del trasporto pubblico, basata su una valutazione ottimistica sulla realizzazione di alcuni nuovi tram e di corsie preferenziali ancora solo allo stato progettuale e prive di finanziamento. E soprattutto avrebbe puntato sugli investimenti attesi per il potenziamento della ferrovia Roma-Lido.
Viabilità a rischio
Una delle fragilità del progetto è legata all'assenza del Ponte di Traiano, struttura presente nella prima versione del masterplan poi eliminata con il taglio delle cubature del progetto e la conseguente riduzione degli investimenti in opere pubbliche da parte del privato proponente. Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, nei giorni scorsi non ha escluso l'ipotesi di un intervento del governo a sostegno dell'inserimento di questo ponte, come già aveva fatto l'ex ministro Luca Lotti con il governo Gentiloni. La Raggi nei mesi scorsi ha più volte ribadito che il Campidoglio, salvo sorprese, è comunque intenzionato ad andare avanti con l'opera, consapevole che si tratta dell'investimento privato, circa 1 miliardo di euro, il più cospicuo in ballo in città. L'ultima scadenza amministrativa resta l'approvazione in Assemblea capitolina della variante urbanistica che sancisca la sostituzione dell'ippodromo di Tor di Valle con un stadio e un business park.