L'imprenditoria non italiana è la componente più dinamica del tessuto produttivo di Roma e provincia. Sono quasi 70mila le imprese straniere a Roma (69.759 al 30 settembre 2019): il 13,9% del totale delle imprese (erano il 12,1% nel 2014).
Più del resto d'Italia
“Una realtà composita e in costante crescita che vale il 9,5% del Pil di Roma e provincia“, documenta uno studio Cciaa di Roma-Università di Roma Tre. Un dato superiore rispetto al resto del Paese, dove le oltre 600 mila imprese non italiane (613.275 al 30 settembre 2019) hanno un’incidenza sul totale pari al 10,1%. Una realtà viva e dinamica, che vale il 9,5% del Pil del territorio di Roma e provincia, e che si alimenta dell’apporto di oltre 150 diverse nazionalità (la più numerosa è quella del Bangladesh). Sono stati consegnati, inoltre, gli attestati di partecipazione agli imprenditori di nazionalità non italiana che hanno partecipato ai seminari di “Imprenditorialità e gestione di impresa”.
I settori
La presenza di aziende non italiane è particolarmente rilevante in alcuni settori tradizionali come il commercio (32,9%), le costruzioni (18%), il noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (12,9%) e le attività di servizi di alloggio e ristorazione (7,1%). “Sempre più spesso gli stranieri scelgono il fare impresa come strumento di affermazione personale e sociale e il loro contributo è stato particolarmente prezioso durante la crisi economica– spiega Lorenzo Tagliavanti, presidente della CCIAA Roma – . L’imprenditoria non italiana è stata, infatti, protagonista, insieme a quella giovanile e femminile, della forte crescita imprenditoriale che ha caratterizzato la capitale in questi ultimi anni. Per questo, se vogliamo moltiplicare le chance di sviluppo del nostro territorio, dobbiamo valorizzare al meglio il lavoro e l’impresa non italiana. E l’Osservatorio sulle imprese romane di nazionalità non italiana della Camera di Commercio di Roma, che opera da tre anni, costituisce un utile strumento in questa direzione”.
Resilienza alla crisi
“Negli ultimi anni – osserva Francesca Faggioni, referente del progetto per Roma Tre – le imprese straniere hanno manifestato una maggiore vitalità e resilienza alla crisi economica rispetto alle imprese italiane, tuttavia, il loro cammino sulla via dell’inclusione economica e sociale è ancora lungo e accidentato“. Con questo progetto formativo Roma Tre, attraverso il Dipartimento di economia aziendale, ha inteso “offrire il suo contributo per supportare questo percorso, essendo la formazione tecnica per l’imprenditorialità e la gestione di impresa una delle leve principali su cui poggiare il successo del progetto migratorio degli imprenditori stranieri“. E, aggiunge Fagggioni, “ormazione e trasferimento della cultura di impresa “made in Italy” sono azioni che Roma Tre, “nel pieno compimento del suo mandato di terza missione, ha voluto fortemente realizzare, nella prospettiva di contribuire, in un’ottica inclusiva e di rete, alla costruzione di un nuovo capitale sociale per il territorio di Roma e provincia, quale frutto delle relazioni di fiducia tra soggetti e istituzioni locali”.
La missione dell'Osservatorio
L’Osservatorio sulle imprese di nazionalità non italiana creato dalla Cciaa di Roma (prima Camera di Commercio in Italia ad istituirlo) ha come obiettivo principale quello di approfondire la conoscenza, attraverso studi e indagini ad hoc, di questa importante componente dell’economia, non solo territoriale ma anche nazionale, al fine di far emergere i modelli “vincenti” di gestione di impresa e le difficoltà incontrate nello svolgimento dell’attività imprenditoriale. A tale scopo, l’Osservatorio promuove anche iniziative di formazione e informazione.