Iniziata e conclusa dopo pochi minuti la prima udienza del processo a carico di Raffaele Marra e Sergio Scarpellini. I legali dell’ex capo del personale del Campidoglio, aderendo allo sciopero dei penalisti, hanno indotto i giudici della Seconda sezione penale a rinviare la prima tappa del processo alla giornata del 26 maggio. Tutto rimandato, dunque, per l’ex fedelissimo della sindaca Raggi, arrestato lo scorso 16 dicembre per corruzione assieme allo stesso imprenditore: l’accusa nei confronti di Marra è di aver accettato da Scarpellini una somma di denaro pari a 370 mila euro per l’acquisto di un appartamento in zona Prati Fiscali. Il prestito sarebbe stato finalizzato a ottenere in cambio dei favori, in virtù della posizione ricoperta dall’ex finanziere nello staff capitolino, allora (2013) sotto la giunta Alemanno.
Comune parte civile
Nonostante l’udienza lampo, il Comune di Roma ha fatto in tempo ad annunciare l’intenzione di volersi costituire come parte civile, dopo essere già presente al processo come parte offesa. La stessa richiesta è stata avanzata anche da Asso-Consum, Cittadinanzaattiva Onlus e Confoconsumatori Lazio. C’è attesa, inoltre, per quanto riguarda la decisione dei giudici che, probabilmente durante la prima udienza, decideranno se convocare o meno la sindaca di Roma a testimoniare, come richiesto dallo stesso Marra che, al contempo, ha chiamato come testimoni altre 22 persone. L’ex dirigente capitolino non era comunque presente in questa prima udienza, al contrario di Scarpellini.
Marra chiama Raggi: attesa la decisione dei giudici
Per quanto riguarda la possibile presenza di Virginia Raggi in aula, il legale dell’ex finanziere aveva sostenuto che l’eventuale testimonianza della sindaca avrebbe avuto un duplice obiettivo: “Da Raggi potrebbero arrivare conferme sul fatto che, da un lato, Marra non si è mai interessato alle pratiche in cui era coinvolto Scarpellini e, dall’altro, che la scelta di nominare Marra fosse da lei voluta perché lo stimava come profondo conoscitore della macchina amministrativa”. Da parte sua, la prima cittadina ha spiegato in un’intervista a “Il Fatto quotidiano” che “se dovessi essere indicata come teste, rispetterò la legge”. I due sono coinvolti anche in un’altra inchiesta, nell’ambito della quale entrambi sono accusati di abuso d’ufficio, in relazione alla nomina del fratello di Raffaele Marra, Renato, a capo del Dipartimento turismo.