Blitz mattutino della Guardia di Finanza al Comune di Guidonia Montecelio. Nelle prime ore dell’alba, infatti, i finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno eseguito 15 ordinanze di arresto emesse dal Gip del Tribunale su richiesta della Procura di Tivoli. Nel mirino, dirigenti comunali e imprenditori che, secondo gli inquirenti, avrebbero messo in piedi una vera e propria organizzazione criminale “dedita stabilmente e da lungo tempo alla perpetrazione di reati contro la pubblica amministrazione”. Predisposte anche numerose perquisizioni a Roma e in altri comuni della regione Lazio. Dodici delle 15 ordinanze prevedono la custodia cautelare in carcere, le restanti tre ai domiciliari.
Operazione “Ragnatela”
Le accuse verso i fermati sono di associazione a delinquere, peculato e falso. Per l’esecuzione delle ordinanze di arresto, sono stati impiegati 160 uomini della Gdf, i quali hanno effettuato l’irruzione nel Comune alle prime luci del mattino. I dettagli dell’operazione dei finanzieri, definita “Ragnatela”, sono stati illustrati durante una conferenza stampa partecipata dal Procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto, presso la sede della Procura della Repubblica. Nell’ordinanza emessa dal Gip, la rete di corruzione è stata definita come “una mafia bianca” che “ha espugnato le istituzioni ergendosi a soggetto regolatore della vita pubblica ed economica di uno dei più importanti comuni della regione Lazio”. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, gli accertamenti effettuati hanno permesso di scoprire come alcuni dirigenti e funzionari comunali, ora indagati, avrebbero praticato affidamenti diretti di opere inferiori al valore di legge a imprenditori compiacenti, pilotando altresì, ponendo motivazioni “d’urgenza”, le varie gare d’appalto.
“Risorse pubbliche depredate”
“Un’organizzazione criminale – si legge ancora nell’ordinanza – si è insediata all’interno del Comune di Guidonia Montecelio e, profittando della copertura offerta da ruoli amministrativi e politici di rilievo, ha depredato le risorse pubbliche e la fiducia dei cittadini, in un clima di connivenza e di omertà che ha offerto protezione ed impunità per anni ai partecipi del gruppo”. Così è stata definita la rete criminale annidatasi nelle sedi del Comune, con coinvolgimento di tutti i settori e gli uffici di competenza dell’amministrazione. Secondo quanto riportato, l’ex vice-sindaco della città laziale, Andrea De Palma, risultato fra gli arrestati, sarebbe stato trovato in possesso di una prima tranche di mazzetta del valore di 50 mila euro, ricevuta il 18 ottobre scorso da un imprenditore al quale era stata in questo modo garantita l’assegnazione diretta di un appalto. Nello specifico, quello da tre milioni di euro per il trasporto pubblico e lo scuolabus.