La novitĆ era nell’aria giĆ da un paio d’anni ma, a partire dal 10 gennaio, la decisione ĆØ diventata ufficiale (o quasi): il Colosseo, il monumento simbolo della Capitale italiana,Ā diventa parte dell’omonimo Parco archeologico comprensivo, oltre che dell’Anfiteatro Flavio, dell’area del Foro romano, della Domus Aurea e del colle Palatino.Ā Di fatto, una delle piĆ¹ importanti zone storiche della cittĆ , ottiene una sua autonomia gestionale. La sottoscrizione definitiva avverrĆ entro i prossimi due giorni, a firma del ministro dei Beni e delle attivitĆ culturali e del turismo, Dario Franceschini, il quale ha annunciato l’avvio, a breve, di una procedura di selezione internazionale per nominare il futuro direttore della “neonata” area indipendente.
Grande soddisfazione ĆØ stata espressa dallo stesso ministro Franceschini, autore del decreto: “E’ una cosa assolutamente rilevante – ha spiegato al Collegio romanoĀ -, un grande passo avanti che il luogo della cultura italiana che fa piĆ¹ visitatori, uno dei simboli dell’Italia e un’area archeologica tra le piĆ¹ importanti del mondo, abbia una sua autonomia di gestione, un direttore scelto con una selezione internazionale e la possibilitĆ di affiancare alla tutela anche la valorizzazione e un’offerta di servizi nel modo migliore possibile”.
Con il rinnovamento dell’intero assetto direttivo, viene in gran parte ridisegnato l’assetto delle competenze finora valido: in sostanza, la Soprintendenza archeologica, la quale ha in questi anni supervisionato sul Colosseo e sulle altre aree in questione, prenderĆ il posto della Soprintendenza ordinaria (che verrĆ soppressa), perdendo il precedente ruolo ma assumendo, sotto di sĆ©, tutta la planimetria del Comune di Roma (tranne, appunto, l’anfiteatro e dintorni), assumendo il nuovo nome diĀ Soprintendenza speciale archeologia, belle arti e paesaggio di Roma. Secondo quanto affermato ancora dal ministro, il 30% degli incassi totali andrĆ direttamente alla nuova gestione, a fronte della tutela e dell’amministrazione del suo patrimonio, mentre resterĆ invariata la percentuale destinata ai musei di minori dimensioni: Ā “Il percorso ĆØ lineare e dĆ assoluta garanziaĀ il nuovo Parco continuerĆ a versare il 20% al fondo di solidarietĆ :Ā ĆØ un meccanismo che funziona e che consente ai grandi musei di aiutare quelli piĆ¹ piccoli”.
Tra le varie novitĆ introdotte, anche il ruolo del futuro direttore, il quale godrĆ di competenze e poteri del tutto inediti, in quanto sarĆ “il solo soggetto competente sull’area archeologica centrale compresa nell’accordo Mibact-Comune di Roma”. L’accordo in questione ĆØ stato stipulato nel fra ministero e amministrazione (allora guidata da Ignazio Marino) nel 2015: considerando tale aspetto, il direttore sarĆ identificato come una sorta di manager, l’unico in grado di svolgere le funzioni di interlocutore con il Comune.
Un procedimento del tutto simile verrĆ avviato anche nel sito di Pompei, pronto a svincolarsi dalla dipendenza statale e a essere trasformato, al pari del Colosseo, in un autonomo parco archeologico.
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