L’area archeologica dei Fori imperali godrà di un importante contributo da parte dell’Accademia di Danimarca per un’opera di ampliamento del Foro di Cesare. A darne l’annuncio è stato il vicesindaco e assessore ai Beni culturali, Luca Bergamo, il quale ha spiegato come una convenzione siglata con l’Accademia porterà nelle casse capitoline circa 1,5 milioni di euro erogati dalla Fondazione “Carlsberg” di Copenhagen. L’area del Foro di Cesare, attualmente, è l’unica interamente visibile nella sua lunghezza originaria. L’obiettivo è restituire la prospettiva visiva primordiale anche in larghezza, sul lato sepolto sotto Via dei Fori imperiali.
Le fasi
Sono sostanzialmente due le fasi previste per gli interventi consentiti dall’investimento dei fondi, ripartite in 3 anni: la prima parte dell’iter riguarderà la realizzazione di un programma di ricerca volto alla conoscenza delle varie fasi del complesso e alla sua fruizione. Un secondo step, definito “operativo”, prevederà la realizzazione dello scavo archeologico nel quale verranno effettuate tutte le necessarie indagini sui reperti, dalla stratigrafia alla numerazione e schedatura, con rilevamenti grafici e documentazioni fotografiche dei ritrovamenti, con interventi di primo restauro sulle strutture e i materiali.
Il lato orientale
Un’area, quella del Foro di Cesare che, per la maggior parte, è stata riportata alla luce durante gli interventi messi in atto dal Governatorato di Roma tra il 1932 e il 1933. Oltre sessant’anni dopo, tra il 1998 e il 2000, gli scavi effettuati dalla Sovrintendenza di Roma hanno permesso di scoprire un’ulteriore sezione. A oggi, sono tre le parti visibili: il lato occidentale e meridionale (quelli dei portici) e parte di quello settentrionale corto, con i resti del Tempio di Venere Genitrice. Grazie al nuovo scavo, dovrebbe tornare alla luce anche il lato orientale del tempio e il portico orientale della piazza, nascosti dalla strada soprastante.
Bergamo: “Un momento felice”
Naturalmente, durante gli interventi dei prossimi tre anni, sono attese le rivelazioni di ulteriori testimonianze storiche, le quali andrebbero ad aggiungere nuovi e rilevanti dati sulle vicende del Foro successive all’età imperiale, essendo presente, nel sottosuolo, una stratigrafia risalente al pieno Medioevo, quando in questa zona si stabilì una comunità (della quale sono stati rinvenuti molti resti e altri potrebbero essere ritrovati): “E’ un momento felice – ha spiegato l’assessore Bergamo – perché, grazie al lungo lavoro della Sovrintendenza capitolina ai beni culturali, abbiamo siglato nei giorni scorsi una convenzione con l’Accademia di Danimarca del valore di 1,5 milioni di euro erogati dalla Fondazione “Carlsberg”… senza alcun onere di spesa a carico dell’amministrazione capitolina”. Un’iniziativa senza dubbio lodevole per la riscoperta e la conseguente rivalorizzazione del patrimonio storico della Capitale italiana, che va a inserirsi nel progetto di riqualificazione intrapreso congiuntamente dalla Sovrintendenza capitolina ai Beni culturali e dalla Soprintendenza speciale per il Colosseo e l’Area archeologica centrale per il complesso dei Fori imperiali e del Foro romano.