Festa e ricordi, la notte di Totti al Colosseo

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Il presidente del Real Florentino Perez disse: 'Presidente, vorrei Totti'. Papà si mise a ridere… Ci ha provato tante volte ma sapeva che la famiglia Sensi non l'avrebbe mai messa la firma per venderlo”. Dicono tutto le parole di Rosella Sensi, pronunciate dal riservato palco del Colosseo, dove Francesco Totti ha presentato l'autobiografia “Un Capitano”. Un parterre di ospiti della Roma di ieri e di oggi, un viaggio nel recente passato del calcio italiano che, una volta di più, rivela come e quanto i tempi siano cambiati e come giocatori della passione e della dedizione quasi filiale per un'unica maglia come Totti, ormai siano quasi una razza in estinzione. Oltre venticinque anni di carriera, tutti tra Trigoria e l'Olimpico (senza considerare le innumerevoli trasferte): Totti e la Roma sono un binomio indissolubile, tanto che l'ex numero 10 scherza addirittura sulla possibilità di divenirne presidente un giorno.

Raggi: “Totti consente identificazione”

Meraviglioso ed evocativo lo scenario del Colosseo, dove Totti si cala alla perfezione tanto per ricordare il suo legame indissolubile non solo con la Roma ma con la città di Roma. Da ragazzo si diceva che il suo nome suscitasse ammirazione solo al di qua del Gra, che lontano dalla Capitale perdesse la sua magia. Un'idea fallace, smentita a più riprese nel prosieguo della sua carriera, in ultimo al Bernabeu, dove il pubblico del Real gli riservò un'ovazione. Ma l'Urbe resta una componente fondamentale per il Capitano e la presenza della sindaca Raggi prova a rimarcarlo: “All'epoca – ha detto riferendosi ai tempi della scuola, la stessa frequentata da entrambi – già si diceva che era quello bravo che sarebbe diventato un campione. Ne parlavano tutti. Poi sono cresciuta e quando si parlava di Roma si parlava di Francesco Totti. In un periodo in cui le squadre cambiano spesso calciatori sapere che c'è uno come Totti consente ai tifosi di identificarsi e attaccarsi ancora di più alla squadra perché lui è la Roma”.

Daniele e Antonio

La carrellata di ospiti ripercorre quasi per intero il percorso di Totti alla Roma, con qualche assenza ma tutte giustificate. Mazzone, il primo maestro, non c'è ma a ricordarlo ci pensa lo stesso Capitano, tirando fuori il celebre episodio della conferenza stampa quando lui, ragazzino, fu spedito sotto la doccia dal “Sor Carlo”. Mancano due capitoli importanti, ma era prevedibile, come Capello e Spalletti. Ci sono invece Delneri e Ranieri, con cui la Roma sfiorò quello che sarebbe stato un incredibile scudetto. Bello il siparietto con Daniele De Rossi, amico ed erede come guida in campo della squadra: “Notai Daniele già in Primavera. Si parlava di lui, di altri. Andavamo a vederlo e già si vedeva che aveva un grande futuro, da capitano. Ha fatto quello che ho fatto io e mi ha aiutato perché abbiamo camminato insieme”. Con Cassano ha camminato meno ma lo ha fatto alla grande: “E' il giocatore più forte con cui ho giocato”. Totti non lo ha mai nascosto: “Parlavamo la stessa lingua in campo e ci siamo conosciutoi fuori ventiquattro ore al giorno”. Aneddoti e risate, dai ricordi di Lippi alla chiusura con Di Francesco, una bella serata di ricordi. Una delle ultime luci su un calcio che, sia pure di pochi anni fa, ormai è già d'altri tempi.

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