Con i lividi dei fatti di Piazza Indipendenza ancora doloranti e una situazione sgomberi al limite del sostenibile, la soluzione più immediata, quantomeno per tamponare l’emergenza dei rifugiati in strada, risiede in un vertice a due nel quale dovrebbe decidersi buona parte del futuro degli sfrattati di Cinecittà, Termini e di altre realtà con il medesimo problema. Un “bilaterale” che vedrà protagonisti la sindaca di Roma, Virginia Raggi, e il ministro dell’Interno, Marco Minniti, chiamati a dare una risposta abitativa a quanti, nei giorni scorsi, sono stati rimossi dagli stabili occupati, dando il via a scontri e proteste plateali, come quella della Basilica dei Santi Apostoli, dove da diversi giorni sono radunati gli sfrattati di Via Quintavalle.
I dettami della Delibera
Alla base dell’incontro, caldeggiato dalla sindaca Raggi nei giorni scorsi, la (ri)discussione delle Delibera d’era tronchiana che, a partire dalla metà del 2016, ha messo in atto una serie di operazioni di sgombero che hanno interessato numerosi stabili occupati. “Le occupazioni verranno liberate man mano che si renderanno disponibili gli alloggi per l’emergenza abitativa da assegnare sulla base del bando speciale”: questo specificava la delibera che, all’epoca, si proponeva di proporre soluzioni alternative agli sgomberati, offrendo un vero e proprio piano abitativo per 16 degli immobili occupati inseriti nella reprimenda del Comune. Tra questi, proprio Palazzo Curtatone sul quale, nel frattempo, la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per verificare “quanto avveniva all’interno dell’immobile occupato”, dove sarebbero state rinvenute alcune ricevute di affitti pagati.
Rifugiati, l’allarme di Raggi
Gli episodi degli ultimi giorni, però, anche alla luce dell’imponente manifestazione dei “senza casa” messa in atto il 26 agosto scorso, rendono più che mai urgente un confronto tra Governo e Comune, il quale ha a più riprese lamentato l’assenza di una politica di gestione coesa sul tema dell’immigrazione. E, a tal proposito, la stessa sindaca Raggi aveva parlato a “La Stampa”, specificando che “Roma ha un carico di decine di migliaia di persone che non sono censite ufficialmente. Non si può far finta che queste persone non esistano perché non sono riportate in una tabella Excel. Manca una politica nazionale adeguata su immigrazione e accoglienza”. Parole eloquenti che avevano gettato un po’ di benzina su un fuoco poi parzialmente spento dalla correzione del tiro da parte di Raggi, la quale ha affermato di intrattenere “buoni rapporti e costanti contatti istituzionali” con il Governo. La riunione dunque si farà, con nodi determinati da sciogliere: primo fra tutti, fornire un tetto ai rifugiati riparati in strada, contando sui 452 immobili (confiscati) più 66 (gestiti dal Comune) che potrebbero essere impiegati.