Emergenza idrica, Acea e Regione fanno muro: soluzione a breve o via al razionamento

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E’ scontro totale fra Acea e Regione sulla questione siccità: solo pochi giorni dopo lo stop posto dalla Regione sul prelievo delle acque dal Lago di Bracciano, principale fonte di approvigionamento idrico della Capitale, la multiutility ha fatto sapere alla Pisana, attraverso un comunicato ufficiale, che l’acqua destinata alla Capitale non verrà prelevata da altre fonti che non siano il bacino lacustre. Non saranno dunque incrementati, come proposto un paio di giorni fa dalla Regione, i prelievi dalle altre fonti di supporto al fabbisogno di Roma, poiché, spiegano da Via Cristoforo Colombo, “le fonti di approvvigionamento attualmente in uso destinate al fabbisogno idropotabile di Roma Capitale, con la sola eccezione di Bracciano, non possono essere allo stato incrementate della loro portata derivata”.

Duello Acea e Regione

Preso atto di tali motivazioni, il destino dell’utenza romana appare ormai avviato verso la temuta ipotesi del razionamento, posta da Acea come unica strada percorribile qualora fosse stata confermata la decisione di bloccare l’8% di risorse acquifere provenienti da Bracciano. Una soluzione che vede nella giornata di venerdì 28 luglio l’ultima utile per ovviare alla chiusura dei rubinetti applicando strade alternative. Strade che, evidentemente, sembrano destinate a non essere percorse anche se Acea si discosta da quanto affermato dalla Pisana: “Non si tratta di non essere in grado di incrementare altre fonti d’approvvigionamento – ha replicato Acea -. I limiti derivano dalle attuali infrastrutture. Occorre puntualizzare, inoltre, che parlare di altre fonti è errato”.

Necessità di infrastrutture

Il riferimento dell’azienda è a una presunta accusa di inefficienza che la Regione le avrebbe lanciato, con la multiservizi che attribuisce il problema della mancanza di alternative a un’identica scarsezza di infrastrutture, richiamando “il senso di responsabilità della Regione” sulla “ormai improrogabile necessità di investire in nuove infrastrutture”. L’auspicato punto d’incontro fra i due enti, dunque, sembra proprio non arrivare. Potrebbe ancora essere percorribile l’ipotesi di posticipare l’ordinanza della Pisana ad agosto, quando il fabbisogno idrico dell’utenza diminuirà notevolmente in coincidenza con l’esodo estivo. Nel frattempo, però, l’eventualità più incombente è proprio la turnazione di 8 ore che, qualora dovesse verificarsi, dovrà tenere conto delle garanzie da rispettare per le strutture sensibili, ospedali in primis, come ricordato durante il question time alla Camera dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.

Galletti: “Situazione di Roma preoccupante”

Sull’emergenza in corso, intanto, si è espresso anche il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, in audizione in Commissione ambiente al Senato sull’emergenza idrica: “Ci sono oggi Regioni dove, nonostante l’esercizio dei poteri sostitutivi e le numerose diffide inviate da parte del ministero, non sono stati istituiti enti di ambito o, anche se istituiti, non sono operativi. Credo che il commissariamento di quei Comuni che non aderiscono ancora oggi agli Enti d’ambito, ne abbiamo un esempio sul lago di Bracciano, sia necessario e indifferibile”. A proposito del Lago Sabatino, il ministro ha spiegato che attualmente versa “nella più grave emergenza idrica registrata nell’Italia centrale… La situazione di Roma è, allo stato, quella che preoccupa maggiormente. È chiaro a tutti che una parte consistente dei problemi della Capitale e dei rischi che oggi corre siano da ricollegare alle intollerabili perdite di rete che caratterizzano la sua infrastrutturazione idrica. Questo è un problema antico, su cui bisogna una volta per tutte finalmente intervenire”. A questo proposito, Galletti ha ricordato i “21 milioni di euro di fondi destinati alla Regione Lazio nel quadro di un più ampio ‘Piano di sostituzione delle reti’ previsto nell’ambito della programmazione dei Fondi sviluppo e coesione. Credo che questo sforzo del governo e del mio ministero possa e debba essere un volano per gli investimenti ai quali i soggetti gestori e le Regioni dovranno concorrere”.

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