Emergenza Chikungunya: donazioni di sangue sospese a Roma

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Donazioni di sangue sospese in tutta la Asl 2 che comprende la zona sud est di Roma e la città di Anzio. A deciderlo è stato il Centro Nazionale Sangue dopo che i casi accertati di Chikungunya nella zona sono saliti a 17. Lo stop delle donazioni interesserà 1, milioni di romani, mentre gli altri donatori della Capitale e chiunque abbia visitato la città eterna ed Anzio dopo il 25 agosto, dovranno rispettare una quarantena di 28 giorni.

E’ emergenza sangue

A causa blocco parziale dell donazioni dovuto al focolaio della malattia veicolato dalle zanzare tigre, il Centro Nazionale Sangue ha previsto una carenza di 200-250 sacche di sangue nei prossimi giorni, una quantità paragonabile ad una maxi-emergenza. “Al fine di supportare la regione Lazio – scrive il Cns in una circolare pubblicata sul suo sito – si invitano tutti i responsabili delle Strutture regionali di coordinamento ad attivare la compensazione interregionale secondo le indicazioni e i criteri stabiliti dal ‘Piano strategico nazionale per le maxi-emergenze’, configurandosi le ricadute dell’evento epidemico sul sistema sangue laziale alla stregua di una maxi-emergenza”. Il piano per le maxi-emergenze, approvato lo scorso anno, prevede che ogni regione abbia una scorta di sangue da utilizzare in caso di eventi come terremoti o incidenti con molti feriti.

Possibili nuovi casi a Roma

Nel frattempo, in un comunicato, il direttore del dipartimento delle malattie infettive dell’Istituto superiore della Sanità, Giovanni Rezza, ha affermato che è ancora possibile la segnalazione di nuovi casi di Chikungunya a Roma nei prossimi giorni. “Quando ci sono dei focolai abbastanza maturi come quello di Anzio, è possibile che ci siano diffusioni in altre zone – ha spiegato Rezza -. Una situazione abbastanza prevista, come quella che si verificò dieci anni fa in Romagna, con la segnalazione di alcuni casi a Bologna, a Ravenna e a Rimini. Gli interventi in atto, a partire dalla disinfestazione, in associazione anche al termine della stagione calda, pongono le condizioni per il controllo dei focolai esistenti dell’infezione”.

Edith Driscoll: