Ci si aspettava molto, dopo i fatti di Via Curtatone, da questo incontro in Prefettura. Ma, al termine del vertice fra la sindaca di Roma, Virginia Raggi, l’assessore regionale alle politiche abitative, Fabio Refrigeri e il prefetto Paola Basilone, la sensazione è di trovarsi di fronte a un nulla di fatto. Almeno per il momento: “La posizione del Comune è molto chiara – ha spiegato la prima cittadina a margine dell’incontro -. Noi sul tema dell’emergenza abitativa dobbiamo dare priorità a chi sta aspettando una casa da decenni e alle persone fragili, ossia agli anziani, i disabili e le mamme con bambini. Questa soluzione è stata proposta ripetutamente, e continuerà ad essere ancora proposta dal Comune di Roma alle persone che sono attualmente in strada. Purtroppo hanno rifiutato più volte e noi continueremo perché questa è la direzione da prendere”.
Raggi: “Contatti costanti con la Regione”
In contemporanea con le sue parole, i manifestanti dei movimenti dei senza casa, hanno gridato all’indirizzo della sindaca, lamentando l’esistenza di fondi regionali destinati all’emergenza abitativa: “Vergogna, ci sono i soldi stanziati dalla Regione per le case da destinarci”. A questo proposito, Raggi ha spiegato che il Comune è in costante contatto con la Pisana e che “continueremo a completare il percorso per una nuova definizione di questa linea, sempre nel percorso della legalità. Tutte le istituzioni sono concordi nel dire che non bisogna scatenare guerra tra poveri, questa è la posizione ufficiale”.
Movimenti: “Proposta inaccettabile”
La proposta emersa dall’incontro, però, è stata definita inaccettabile dai movimenti: “La soluzione proposta – ha spiegato il rappresentante Cristiano Amati – è quella del circuito dell’accoglienza del Comune di Roma, che è riservato esclusivamente a quello che viene definito fragilità, cioè donne incinta separate dai mariti, gli anziani disabili separati da chi fino a quel momento si stava prendendo cura di loro. Non c’è nient’altro, questo deve fare orrore”. Il portavoce ha inoltre affermato che “il Comune continua a offrire delle soluzioni per i casi definiti di ‘fragilità’ ma non c’è un percorso chiaro che può portare all’assegnazione della casa popolare sia per chi è stato sgomberato da via Curtatone ma anche per chi ha perso il lavoro e soprattutto per tutti quelli che hanno trovato delle soluzioni che l’amministrazione definisce illegali, ma noi non pensiamo che lo siano”.