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E' morto Ciarrapico, imprenditore ed ex senatore

E'morto a 85 anni Giuseppe Ciarrapico, ex senatore e anche ex presidente dell'Associazione sportiva Roma, al termine di una lunga degenza durata oltre due mesi. Ricordato per il suo ruolo in campo imprenditoriale, così come nella politica italiana come senatore del Popolo della Libertà, dal 1991 al 1993 ricoprì l'incarico al vertice della società giallorossa nel periodo pre-Sensi. Il suo nome, però, resta legato alla gestione delle terme di Fiuggi, ruolo che gli valse il soprannome di “re delle acque minerali”, e anche all'attività in campo editoriale, assumendo un ruolo di primo piano nell'ambito del cosiddetto Lodo Mondadori. Ciarrapico è stato noto anche per alcune controversie imprenditoriali, come la gestione della Casina Valadier, vicenda finita con una bancarotta da 70 miliardi per aver inglobato irregolarmente la società nell'Italfin 80.

L'attività imprenditoriale

In gioventù, Ciarrapico fu simpatizzante degli ideali fascisti anche se, in seguito, si avvicinò alla corrente andreottiana della Dc, rimanendo tuttavia in buoni contatti anche con il leader del Movimento sociale italiano, Giorgio Almirante, partito del quale continuò a stampare i manifesti nella sua azienda tipografica a Cassino. Agli anni '80 risale l'acquisizione delle Edizioni Borghese, così come la presidenza del polo termale di Fiuggi. Negli stessi anni organizza il Premio Fiuggi, in piena perestrojka, con la premiazione alla presenza dell'allora presidente dell'Unione sovietica, Michail Gorbacev. Per quanto riguarda la sua conoscenza con Andreotti, sulla questione si è espresso il figlio dell'ex presidente del Consiglio, Stefano, parlandone all'Adnkronos: “Non lo definirei un amico di famiglia, ma sicuramente ebbe un rapporto cordialissimo con mio padre, che certamente sarebbe molto addolorato per la sua morte. Era una persona vulcanica”.

Safim e Ambrosiano

Il suo nome emerse nello scandalo Safim dei primi anni 90 (all'epoca della presidenza della Roma), con un'ordinanza di custodia cautelare arrivata nel 1993, così come, qualche anno dopo, nell'ambito del carck dell'Ambrosiano, vicenda per la quale fu condannato nel 1996 in primo grado a 5 anni e mezzo di reclusione, ridotti in appello a 4 anni e mezzo. Dopo il condono di 4 anni, fu condannato a scontare i restanti 6 mesi in  Successivamente gli sono stati condonati 4 anni, ed è stato condannato a scontare gli ultimi 6 mesi in “detenzione domiciliare” per motivi di salute, con condanna confermata in Cassazione nel 1998.

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