E’ un’Aula Giulio Cesare rivoluzionata quella che amministrerà i romani per i prossimi 5 anni (salvo ribaltoni). Ventinove seggi sono stati assegnati al Movimento 5 Stelle, mattatore delle ultime elezioni comunali. La maggior parte dei consiglieri grillini è neofita del Campidoglio. “Ci sono tanti giovani. Molti di noi sono tra i 30 e i 35 anni. Come ci si sente ad essere in tanti di uno ‘stesso colore’? E’ emozionante, essendo stati per 2,5 anni dall’altra parte” ha detto Enrico Stefano, vice presidente dell’Assemblea Capitolina. La più piccola nella squadra di pentastellati è Annalisa Bernabei, classe 1988.
L’ultimo arrivato è Marco Terranova, che ha preso il posto di Daniele Frongia, entrato in giunta. Al vertice del Consiglio è stato eletto Marcello De Vito: candidato a sindaco contro Ignazio Marino nel 2013, tre anni dopo è stato il più votato a Roma, diventando record-man di preferenze. Ma il M5S di Roma non occupa il Campidoglio solo con i numeri. L’atmosfera euforica dei novelli consiglieri, dei militanti e dei cittadini, pervade l’Aula Giulio Cesare dall’inizio alla fine: i cori “onestà”, le bandiere pentastellate e gli applausi. L’opposizione, almeno oggi, sembra schiacciata. E il Pd lo è anche fisicamente, costretto a posizionarsi negli scranni più esterni di sinistra, occupati per il resto dalla maggioranza.
Il dem Roberto Giachetti, sfidante della Raggi al ballottaggio, condensa il suo messaggio in un tweet (“Faremo un’opposizione determinata e costruttiva”). Alfio Marchini non lesina i baciamano, mentre Stefano Fassina (Si) presenta la prima mozione per indire un referendum sulle Olimpiadi. Giorgia Meloni (FdI), invece, attacca a testa bassa sulla giunta: “La Raggi ha i numeri per fare una rivoluzione. Ci aspettiamo che la faccia. Ma finora l’unica cosa che abbiamo visto è il manuale Cencelli 2.0”.
I posti in “platea” erano tutti esauriti. In prima fila c’è l’avvocato Pier Emilio Sammarco insieme ad una collaboratrice: “Le polemiche per il praticantato della Raggi da noi? Erano sbagliate. Il nostro è uno studio di diritto civile. Poi ultimamente stanno arrivando tantissimi cv di persone che vogliono venire a lavorare con noi…”. Il marito di Virginia sedeva poco dietro, dicendosi “emozionato” e parlando di una “giornata speciale per tutti”. Matteo, il loro figlioletto, per un po’ è diventato sindaco anche lui, piazzato dalla mamma in fascia tricolore sullo scranno destinato al primo cittadino. L’emozione ha fatto il paio con l’entusiasmo: “Oggi è una giornata storica. Noi lavoriamo dal primo giorno per arrivare al governo del Paese – ha risposto il parlamentare Alessandro Di Battista – Renzi è sotto assedio, sia internamente, sia esternamente”.