Ennesimo episodio di profanazione ai danni di simboli religiosi nell’area dei Castelli Romani. E’ successo, stavolta, a Rocca di Papa dove la statua della Madonna che campeggiava sulla cima di Monte Cavo è stata ritrovata in mille pezzi. Oltre alla scultura della Vergine, distrutto anche un crocifisso bronzeo che la affiancava.
I precedenti
Quello di Monte Cavo è soltanto l’ultimo di una serie di atti vandalici che hanno colpito buona parte dei comuni castellani negli ultimi due mesi, tutti aventi come obiettivo i simboli della fede cattolica ed il patrimonio devozionale del territorio. Prima della profanazione di Rocca di Papa, infatti, c’erano stati gli incendi dolosi che avevano danneggiato il portale di due chiese a Castel Gandolfo, un’altra statua mariana a Marino, un confessionale ed un monumento di San Pio da Pietrelcina a Frascati. Il raggio d’azione delimitato al territorio castellano ed il carattere religioso che accomuna gli obiettivi dei raid fanno ipotizzare l’esistenza di un legame tra tutti questi episodi.
Semplice vandalismo o matrice satanista?
Un’escalation di vandalismo sacrilego che sta lasciando scossa ed attonita la popolazione locale che, coi simboli religiosi, sente minacciata anche quell’identità che essi hanno rappresentato per secoli e continuano a rappresentare ancora oggi. Occorre ricordare che l’area dei Colli Albani, scenario di leggende mitologiche e ritrovamenti del paganesimo romano, è da tempo indicata da più fonti come meta prediletta dai gruppi satanisti per lo svolgimento dei loro riti esoterici. Un particolare da non sottovalutare se si tiene conto che a Castel Gandolfo, sul luogo di uno di questi recenti episodi sacrileghi, è stato rinvenuta una scritta in norvegese recitante l’inquietante espressione “sento odore di cristiani”.