L'accordo con l'Emilia Romagna per lo smaltimento dei rifiuti della capitale alla fine è stato raggiunto. Ma sarà a regime soltanto da giovedì prossimo. Nel frattempo, basta fare quattro passi nelle strade di Roma per constatare come i cassonetti siano stracolmi e i sacchetti dell'immondizia facciano bella mostra di sé su strade e marciapiedi.
Tra l'altro, il trasferimento dei rifiuti indifferenziati nei termovalorizzatori di Parma, Modena e Granarolo, nel bolognese, rappresenta solo una boccata d'ossigeno per Roma e per Ama, dopo che per varie ragioni (giudiziarie e tecniche) sia la Toscana che l'Abruzzo si trovano nell'impossibilità di smaltire i rifiuti du Roma. Gli impianti emiliani, infatti, potranno accogliere, secondo quanto stabilito dalla Regione, “non più di 15.000 tonnellate complessive (5.000 per ogni impianto) di rifiuti indifferenziati provenienti dalla Capitale. Quantità che rientrano nelle capacità termiche già programmate per singoli impianti: vista la necessità espressa da Roma, smaltire 350 tonnellate giornaliere, l’impegno per l’Emilia-Romagna non supererà i 43 giorni pieni. In caso di giornate senza smaltimenti o con smaltimenti parziali, l’atto della Giunta fissa comunque in massimo 60 giorni effettivi l’impegno regionale a partire dal primo conferimento negli stabilimenti individuati”. Paletti ben precisi, fissati dopo le polemiche a distanza tra il governatore emiliano Stefano Bonaccini e la sindaca Virginia Raggi.
Il nodo, purtroppo, è l'assoluta criticità in cui si trova Roma sul fronte rifiuti. L'amministrazione pentastellata, eletta ormai un anno e mezzo fa, non è riuscita minimamente a migliorare la situazione. La raccolta differenziata è ferma intorno al 40% (43% secondo i dati Ama del 2016, 39% secondo uno studio Pwc dello scorso novembre): basti pensare che l'Emilia è a quota 62%. La giunta Raggi ha annunciato l'introduzione della raccolta con la tecnologia intelligente Rfid che da febbraio dovrebbe coinvolgere poco meno di mezzo milione di residenti che dovrebbero diventare oltre un milione entro l'anno, con un investimento di circa 7,7 milioni di euro. Inoltre, il parco mezzi dell'Ama è molto vecchio: la stessa sindaca ha ricordato che la media è di 8-9 anni, con picchi di 18 contro una media di 5. In questo mese di gennaio dovrebbero arrivare, secondo la sindaca, 90 mezzi in più che dovrebbero contribuire a migliorare la situazione.
Ma il problema principale resta lo smaltimento. Se in questi due mesi di tempo guadagnato grazie alla disponibilità dell'Emilia (che comunque avranno un costo per le tasche dei romani) non verranno individuate soluzioni rapide ed efficaci, ci troveremo a dover affrontare una nuova emergenza.