DUELLO FINALE TRA RAGGI E GIACHETTI: CANDIDATI DIVISI SU TUTTO

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Lo scontro finale tra Virginia Raggi e Roberto Giachetti prima del ballottaggio di domenica 19 giugno va in scena nella cornice del Campidoglio, il palazzo che uno dei due dovrà occupare a partire da lunedì prossimo in veste di sindaco di Roma. I due candidati sono divisi su tutto ma stavolta si beccano meno rispetto al primo confronto, preferendo concentrarsi sul proprio programma. Unica eccezione Atac, l’azienda dei trasporti pubblici. La grillina accusa il rivale di volerla privatizzare e il candidato Pd risponde “Un sindaco dovrebbe saper leggere, non ho mai detto questo”.

Diversità di vedute anche sulle Olimpiadi, con Raggi che promette un referendum consultivo e ritiene “agghiacciante” pensare che la città stia “immobile” se la candidatura non viene accolta. Giachetti ripete che lui “è contrario alla politica del ‘no'” della cinquestelle e che i Giochi del 2024 “portano lavoro”. Sui rifiuti entrambi ritengono che il ciclo vada completato, ma sul passato opinioni diverse.

Il conduttore Gianluca Semprini propone alcuni “indovinelli”. Raggi non riconosce un Municipio sulla mappa di Roma, Giachetti invece sì. Il candidato Pd invece non sa dire il percorso del bus 628, mentre l’avvocatessa M5S conosce quello del 30. E a Massimo Carminati, presunto capo di Mafia Capitale, cosa direste? “Vigileremo perché quelle infiltrazioni non ci siano mai più”, dice Giachetti. Per Raggi “con noi finiti i giochi”.

Sollecitata da una militante del Pd, sull’ipotesi di una consultazione online in caso le arrivi un avviso di garanzia, ha lasciato aperta la strada ad utilizzare il blog di Grillo o il sito del Comune. Giachetti invece sui suoi piccoli casali vicino Roma ribadisce che non ci cono irregolarità. I supporter di Raggi e Giachetti sono schierati in blocchi di fronte a loro e accompagnano il match con applausi o “buu”. Il rieletto consigliere M5S Marcello De Vito chiede conto al rivale dem del voto in parlamento sulla legge Fornero sulle pensioni. “Si era sull’orlo del default, se partecipo a una maggioranza sono coerente”, risponde. Dopo gli appelli finali stretta di mano, come all’inizio dello scontro. Sulla squadra Raggi prende tempo fino a venerdì. L’annuncio slitta al giorno di chiusura della campagna elettorale a Ostia. Segno delle difficoltà di completare la giunta, in particolare nelle caselle economiche, ma non solo, dopo una serie di dinieghi di esperti interpellati. Ultimo lo storico dell’arte Tomaso Montanari, candidato alla Cultura. Restano sicuri in via ufficiosa l’urbanista Paolo Berdini all’Urbanistica e l’ex rugbista Andrea Lo Cicero allo Sport. Per il Bilancio si parla dell’ex dirigente Consob Marcello Minenna.

Nel Pd invece fa discutere l’articolo del quotidiano la Repubblica secondo il quale Massimo D’Alema sarebbe pronto a votare Raggi per far cadere il premier e segretario dem Matteo Renzi. Il portavoce dell’ex presidente del Consiglio ha smentito parlando di “articolo falso”. “Polemica chiusa. Aspettiamo D’Alema a uno dei tanti gazebo per Giachetti”, dice il commissario romano e presidente nazionale Pd Matteo Orfini. Di sicuro domani a sostegno di Giachetti ci sarà il ministro Maria Elena Boschi per un’iniziativa al comitato elettorale.

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