La Corte di Appello di Roma, Sezione Misure di Prevenzione, ha emesso un provvedimento di confisca di beni nei confronti di Ernesto Diotallevi per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro. Il patrimonio è stato confiscato dalla Guardia di finanza di Roma.
L'agguato a Rosone
Diotallevi è noto per essere personaggio vicino fin dagli anni '70, agli ambienti criminali dell’estrema destra, nonché elemento di spicco della famigerata “Banda della Magliana”. Venne infatti condannato – insieme a Michele Sindona e al banchiere Roberto Calvi – come mandante del tentato omicidio di Roberto Rosone, vice presidente del Banco Ambrosiano. Fu in quella occasione che perse la vita, il 27 aprile del 1982, il mandante dell'agguato, Danilo Abbruciati, altro elemento di spicco della Banda della Magliana.
Il patrimonio
Il provvedimento riguarda quote societarie, capitale sociale e patrimonio aziendale di 8 società, operanti nel settore della compravendita di immobili, della costruzione di imbarcazioni, del commercio di energia elettrica, dei trasporti marittimi e delle holding (tra cui una società liberiana, titolare di una lussuosa villa sull’Isola di Cavallo in Corsica); veicoli; depositi bancari e polizze vita; opere d’arte e 43 unità immobiliari a Roma, Gradara (Pesaro Urbino) e Olbia (Sassari). Tra gli immobili figurano anche un’abitazione con vista sulla Fontana di Trevi – di 14 vani e del valore di mercato di circa 4 milioni di euro – e un complesso turistico composto da villette a schiera, fronte mare, ad Olbia.