“Il voto ci dice una cosa chiara: nella mia città, che non è l’ultimo borgo d’Italia, siamo stati rottamati dai cittadini. Il Pd non ha saputo ascoltarli. E ci hanno punito”. Marianna Madia analizza così l’esito delle amministrative a Roma risoltesi in una disfatta totale del partito guidato da Matteo Renzi. A pagare, secondo il ministro della Pubblica Amministrazione, deve essere la classe dirigente del Pd capitolino, a partire dal commissario Matteo Orfini. “In questo momento tutti gli schemi di gioco sono saltati – ha spiegato -. E bisogna avere l’umiltà di riconoscerlo. Orfini dovrebbe dimettersi perché non ci possiamo più permettere ostacoli al cambiamento. In città c’è una classe dirigente giovane, agisca. Ma senza aspettare che qualche capo corrente la candidi”.
Nella Capitale, ha aggiunto, a Roma, “il Pd è stato vissuto come ininfluente rispetto alla vita delle persone. Troppo ripiegato su se stesso, non ha capito il disagio delle periferie, della gente meno tutelata e più in difficoltà, che alla fine ci ha percepito come inutili, incapaci di dare risposte ai loro bisogni. E ha scelto chi invece gli offriva questa speranza”. Per Madia “sul voto di Roma la vicenda locale ha pesato” ma “è stato proprio il nostro premier a porre il tema della lotta alle diseguaglianze, ingaggiando con la Ue una battaglia contro l’austerità e l’illusione che si possa scindere l’azione dei governi nazionali dalla qualità della vita delle persone”.
A Madia ha replicato il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. “Io tengo sempre scolpita a mente una frase di Alda Merini che dice: ‘Mi piace chi sceglie con cura le parole da non dire’. Consiglierei a tutti più sobrietà nelle dichiarazioni. Orfini si è assunto la responsabilità di commissario di Roma dopo Mafia Capitale e lo ha fatto con grande impegno e determinazione, di cui va solo ringraziato” ha detto all’Ansa. “Credo sia oltremodo sbagliato porre la questione in questo modo” cioè chiedendo le dimissioni del commissario del Pd romano. “Inviterei – ha aggiunto Guerini – a finirla con questo dibattito, un po’ surreale, sul post elezioni di Roma: lavoriamo per ripartire e più che discutere tra di noi e su noi stessi, riprendiamo a confrontarci con i cittadini romani”.